Sono noti i casi in cui i cani sono riusciti a individuare la presenza di un cancro in una persona attraverso il loro sviluppatissimo senso dell’odorato. Ora l’Università della Pennsylvania e il Monell Chemical Senses Center, assieme al Pet Working Dog Center, decidono di puntare per le loro ricerche proprio sullo straordinario fiuto dei cani: lo scopo è quello di riuscire a capire, in base alle risposte dei 4 zampe (e non solo, naturalmente) quale sia il marcatore rilevabile per il cancro ovarico.
cancro
Cina, denunciati 400 “villaggi del cancro”
Il concetto che si è insinuato da circa un decennio a questa parte in Cina è quello della “crescita a tutti i costi”. Questa follia prevede che per far registrate tassi di PIL sempre più alti ogni anno che passa, si può essere disponibili a pagare qualsiasi prezzo, anche avvelenare l’acqua, espropriare terreni agricoli e ridurre l’aria ad un concentrato di smog. Tutto questo ha portato il Paese ad essere il più inquinato del mondo, ma in alcune zone la situazione è davvero spaventosa. Il livello di distruzione ha raggiunto proporzioni tali da aver fatto ribattezzare alcune aree “villaggi del cancro”.
Ilva Taranto, dove si muore per un lavoro
La logica dice che se un’attività porta alla morte, e peggio ancora alla morte dei tuoi figli, dovresti fare di tutto per tenerla il più lontano possibile da te. Questo non avviene a Taranto, dove l’alternativa a questa attività è la disoccupazione, e la disoccupazione uccide molto più in fretta del cancro. Lo testimonia la dottoressa Barbara Amurri, la quale si occupa da dieci anni dell’emergenza Ilva a Taranto e che si è presa cura di centinaia di operai e dei loro figli. Molti di loro purtroppo oggi non ci sono più.
Inquinamento, trovate le prove che collegano il petrolchimico di Brindisi al cancro
Due città agli antipodi, due storie simili, due finali diversi. Stiamo parlando di Brindisi e Venezia, due capoluoghi che in apparenza non hanno nulla in comune, a parte la forte presenza dell’industria petrolchimica. Entrambe le aziende sono state denunciate a causa della contrazione del cancro che ha portato alla morte di diversi dipendenti negli anni, ma la magistratura ha trattato le due vicende in due modi diversi: condannando le imprese veneziane ed assolvendo quelle brindisine.
Ambiente, “Scorie tossiche sotto terra” nella fabbrica Marlane di Praia
Non tutti conoscono il caso di Marlane di Praia a Mare nella provincia di Cosenza, forse perché la stampa poco ha parlato della vicenda, una delle tante scomode, o perché il processo contro la fabbrica dei morti, come è stata ribattezzata l’azienda tessile del gruppo Marzotto, va avanti da 13 anni. Questa volta il procuratore capo Bruno Giordano (lo stesso delle navi dei veleni) e la Pm Antonella Lauri, sostituita poi dal Pm Carotenuto, vogliono davvero andare a fondo nella vicenda e fare giustizia per le vittime uccise dal cancro.
OGM, Consiglio Superiore di Sanità smentisce Veronesi su mais biologico cancerogeno
OGM più sicuri del biologico in quanto a potenziale cancerogeno? Il Consiglio Superiore di Sanità smentisce l’allarme lanciato da Veronesi e Defez sottolineando che non c’è alcun rischio per la salute, in relazione nello specifico all’insorgenza di cancro, connessa al consumo di mais convenzionale. A riportare il verdetto dell’organo è stato lo stesso Ministro della Salute Ferruccio Fazio, rispondendo ad un’interrogazione parlamentare. Si mostra soddisfatto di questa smentita sui rischi del biologico Mario Capanna, presidente della Fondazione Diritti Genetici che aveva chiesto chiarimenti sull’allarme lanciato dai due scienziati.
Benzo(a)pirene
Benzo(a)pirene
Il benzo(a)pirene è un idrocarburo policiclico aromatico a cinque anelli benzenici condensati. Esso è presente nell’aerosol urbano, tra le varie particelle inquinanti come il particolato, ed è particolarmente studiato in quanto si tratta di una delle componenti dell’aria cittadina più tossiche in assoluto, tanto da poter provocare il cancro. Quando si ossida può intaccare il DNA umano, dando vita ad una serie di reazioni chimiche che poi portano ad una serie di patologie, tra cui la più comune è il cancro al polmone.
I rifiuti elettronici provocano il cancro
Le discariche comuni sono sempre state messe sotto accusa in quanto è stato dimostrato che provocano il cancro, ma una recente ricerca effettuata presso l’Università dello Zhejiang, in Cina, ha dimostrato come anche degli apparecchi apparentemente innocui come i rifiuti elettronici possano portare le stesse neoplasie degli altri tipi di immondizia.
Il riciclo dell’e-waste è sempre stato considerato importante per due motivi essenzialmente: il recupero delle materie prime, spesso preziosissime come il rame, e l’evitare che le sostanze chimiche contenute all’interno possano inquinare il terreno e le falde acquifere. Ma la ricerca condotta dal dott. Fangxing Yang ha dimostrato come una discarica a cielo aperto possa irritare le vie respiratorie, infiammarle, generare stress ossidativo, danneggiare il DNA e, infine, provocare il cancro.
Inquinamento da arsenico, scoperto gene assorbi-metallo nelle piante
Alcuni ricercatori hanno identificato due geni essenziali che controllano l’accumulazione e la detossificazione dell’arsenico nelle cellule delle piante. Il loro isolamento aiuterà gli scienziati a ridurre l’accumulo del metallo tossico nelle colture.
I risultati arrivano dopo l’allarme lanciato alcuni giorni fa sulla tossicità dell’acqua in cinque regioni italiane, inquinata da arsenico, e anche durante le votazioni e le manifestazioni sulla riforma Gelmini che va a tagliare i fondi alla ricerca. La ricerca, in questo caso, è frutto della collaborazione di studiosi provenienti dall’Europa, dall’Asia e dagli USA che hanno partecipato al programma PHIME (Public Health Impact of long-term, low-level Mixed Elements exposure in susceptible population strata), sovvenzionato dall’Unione europea con 13,43 milioni di euro.
Acqua del rubinetto all’arsenico in cinque Regioni italiane
Bere l’acqua del rubinetto ha i suoi vantaggi sotto forma di benefici ambientali, non c’è dubbio, per via della riduzione della mole di rifiuti di plastica prodotti dalle bottiglie e del taglio delle emissioni dovuto al trasporto su strada delle acque minerali, ed in termini di sicurezza alimentare per quanto riguarda la qualità e la quantità dei controlli.
Eppure qualcosa non torna nella recente indagine della commissione sanitaria di Bruxelles: in cinque Regioni italiane l’acqua che esce dal rubinetto è contaminata, al punto da esporre al rischio di cancro la popolazione.
Sul banco degli imputati l’arsenico che supera in molti casi (e in molte case) la soglia consentita dall’Unione Europea.
Attualmente i limiti fissati dall’UE sono di 10 microgrammi per litro. Tuttavia recenti studi attestano che qualora la soglia superi i 20 mg/l non ci sarebbero pericoli per l’incolumità del consumatore, tanto che il Ministero della Salute italiano aveva addirittura chiesto di innalzare il limite a 50 mg/l. Diverso il parere dell’UE che afferma che oltre i 20 microgrammi il rischio di cancro aumenta a dismisura, esponendo i cittadini ad un pericolo troppo alto.
Cinque buoni motivi per diventare vegetariani
Quella di non mangiare carne è una scelta comune a sei milioni di italiani. Che sia per ragioni legate alla salute piuttosto che per questioni di etica, o per entrambe, i vegetariani sono in costante aumento e in molti tra quanti hanno optato per questo modello alimentare si dichiarano fermamente convinti che il consumo di carne in un sistema altamente industrializzato come quello moderno non sia più sostenibile. Tutt’altro, dal momento che gli allevamenti di bestiame con la loro ingente ed irrefrenabile quantità di deiezioni vengono annoverati tra i primi imputati del riscaldamento terrestre, per non parlare degli altri, non meno ingenti, danni che provocano all’ambiente: si pensi all’inquinamento dell’aria e dell’acqua, alla distruzione delle foreste che certamente sono problemi ambientali non trascurabili.
Inoltre la continua richiesta di carne del mondo industrializzato alimenterebbe, per i vegetariani, una sorta di circolo vizioso per il quale non si può produrne così grandi quantitativi senza necessariamente abbassare la qualità del prodotto con quanto ne consegue per i rischi sulla salute pubblica.
Diossina
Diossina
La diossina è una delle sostanze chimiche più tossiche conosciute al giorno d’oggi. Una ricerca pubblicata nel 1994 dalla US Environmental Protection Agency descrive chiaramente la diossina come una minaccia grave per la salute umana. Secondo il rapporto EPA non sembra esserci nessun livello “sicuro” di esposizione alla diossina, dunque non ha senso porre un limite di legge sotto il quale la presenza di diossina possa essere accettabile.
La diossina è un termine generico che descrive un gruppo di centinaia di sostanze chimiche (419 calcolate fino ad oggi) che sono altamente persistenti nell’ambiente. Il composto più tossico è la 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina o TCDD. La tossicità delle diossine e altre sostanze chimiche simili che agiscono come diossina sono misurate in relazione alla TCDD. La diossina si forma come un involontario sottoprodotto di numerosi processi industriali che coinvolgono il cloro, come l’incenerimento dei rifiuti, produzione di agenti chimici e pesticidi, nella fabbricazione della pasta di legno e nello sbiancamento della carta.
Pm10, 6.000 morti per polveri sottili in Italia
In Italia esiste un serial killer che fa stragi peggiori di qualsiasi assassino. Si chiama Pm10, e stando alle stime dell’Istituto di ricerca Nomisma, commette 5.876 omicidi all’anno, 16 al giorno. Si tratta delle ormai tristemente famose polveri sottili, delle microparticelle che emettiamo tutti i giorni dai tubi di scappamento delle automobili, ma non solo da lì, ed entrano nel nostro corpo attraverso la respirazione. Una volta raggiunti i polmoni, queste polveri si sedimentano e creano un gran numero di problemi, tra cui i più comuni sono i tumori.
Secondo quanto dice Nomisma, i più comuni sono il cancro alla laringe, alla trachea, ai bronchi e ai polmoni, ma non si fermano solo lì, in quanto queste particelle sono in grado di provocare malattie respiratorie e cardiovascolari. Circa seimila tra le morti che avvengono ogni anno in Italia dunque, sono riconducibili a questo problema.
Marea nera, i rischi per la salute
Mentre aspettiamo una stima più precisa dei danni ambientali, economici e gli impatti sulla fauna selvatica dalla fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico, c’è un sacco di confusione su cosa questo significhi per la salute delle persone che vivono e lavorano nella regione. Ma può essere interessato anche chi vuol recarsi lì per turismo, incurante del pericolo.
Per questo motivo il sito Treehugger racchiude le domande più comuni per cercare di fare un po’ di chiarezza e confutare alcune leggende metropolitane. Punto primo, cercar di capire cosa c’è di realmente pericoloso per la salute nel petrolio fuoriuscito. Il petrolio contiene un mix di sostanze chimiche. Gli ingredienti principali sono vari idrocarburi, alcuni dei quali possono causare il cancro (per esempio gli IPA o idrocarburi policiclici aromatici); altri idrocarburi i quali possono causare irritazioni della pelle e delle vie aeree. Ci sono anche alcuni idrocarburi volatili chiamati VOC (composti organici volatili) che possono causare tumori e danni riproduttivi e neurologici. Ma il petrolio contiene anche tracce di metalli pesanti come mercurio, arsenico e piombo.