Palermo invasa dall’immondizia, si teme una Napoli-bis

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La città di Palermo, ma probabilmente buona parte della Regione Sicilia, rischia di passare un’estate di fuoco non soltanto a causa del calore dei mesi estivi, ma per il problema che lo scorso anno, ma in parte ancora oggi, ha vissuto la Campania: l’emergenza rifiuti.

Da una settimana infatti i lavoratori dell’Amia, agenzia municipalizzata che si occupa dello smaltimento dell’immondizia, sono in sciopero per mancanza di fondi e di attrezzature che la Regione non mette a loro disposizione. Un problema grave visto che è bastato uno stop di una settimana per far sprofondare un’intera città come quella di Palermo, una delle più grandi d’Italia, completamente nell’immondizia.

Problemi rifiuti in Campania: ecco il miracolo di Berlusconi

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“Area d’interesse strategico nazionale”. Così recitano i cartelli all’ingresso della più grande vergogna italiana: il cosiddetto miracolo di Berlusconi. “Abbiamo risolto il problema rifiuti a Napoli” continuano a dire gli alleati di Governo del nostro Presidente del Consiglio, nel tentativo di convincere qualcuno che effettivamente sia così. Potranno convincere qualche italiano che abita a centinaia di chilometri dalla Campania, di certo non i campani, che la situazione la conoscono benissimo.

Forse il vero miracolo di Berlusconi è quello di aver messo a tacere tutto e tutti. Qui, lasciatemi usare il paradosso, è tutto fuorilegge per legge. Se queste cose le avessero fatte i privati, si sarebbero aperte sicuramente le porte del carcere.

Queste le parole del professor Stefano Tonziello di Legambiente, che recentemente ha visitato il sito militarizzato e vietato ai civili, ma di cui lui e la sua squadra sono riusciti a scattare alcune foto che documentano lo scandalo.

Ecomafia 2009, il rapporto di Legambiente

Rapporto Legambiente sulle Ecomafie. La criminalità organizzata guadagna – è quanto emerge dall’analisi 2009 – più di 20 miliardi di euro l’anno in Italia. Un quarto del fatturato delle mafie.. Il tutto grazie al traffico di rifiuti, e in barba ad ogni crisi. Proliferano, infatti, ulteriormente le “aziende del settore” per Legambiente.

Un business di successo soprattutto nel Meridione, banalmente. In cima alla classifica, stabile, la Campania. Seguono Calabria, Sicilia, Puglia e Lazio. E nel Lazio si rimarca un significativo aumento proprio in termini di “ecoreati” legati allo smaltimento illecito dei rifiuti nel quale alcune indagini hanno evidenziato interessi della criminalità organizzata.

Acerra, ecco il primo termovalorizzatore

L’impianto di Acerra è realtà. Una realtà che non piace affatto. Il governo Berlusconi non pensi di adottare la soluzione dell’incenerimento per risolvere l’emergenza rifiuti in Italia, ammonisce oggi Legambiente di fronte commenta l’attivazione del primo termovalorizzatore della Campania. Perché il momento è arrivato, e le piazze si riempiono.

Quello che viene denunciato è anche il “piano”: quello di 5 mega inceneritori, un “modello” che il Governo replicherebbe in tutta Italia.

Rifiuti: decreto-arresti esteso a tutte le regioni italiane

Chiunque in modo incontrollato o presso siti non autorizzati abbandona, scarica, deposita sul suolo o nel sottosuolo o immette nelle acque superficiali o sotterranee rifiuti pericolosi, speciali ovvero rifiuti ingombranti domestici e non, di volume pari ad almeno 0,5 metri cubi e con almeno due delle dimensioni di altezza, lunghezza o larghezza superiori a cinquanta centimetri, è punito con la reclusione fino a tre anni e sei mesi; se l’abbandono, lo sversamento, il deposito o l’immissione nelle acque superficiali o sotterranee riguarda rifiuti diversi, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da cento euro a seicento euro“. Recita cosi il testo dell’articolo 6 del decreto legge 172/2008 varato dal Consiglio dei Ministri l’8 Novembre scorso per fronteggiare l’emergenza dello smaltimento dei rifiuti nella sola regione Campania.

Emergenza rifiuti a Napoli: uno scontro senza fine

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Non sembra attenuarsi l’emergenza rifiuti che ha colpito la Campania.
Nel capoluogo campano, aumentano le manifestazioni di protesta, sempre più accese e violente. Nel corso della notte sono stati appiccati ben 84 incendi, mandando in fiamme cumuli e cumuli di spazzatura. Presi d’assalto i vigili del fuoco, un auto andata in fiamma e danneggiato l’ingresso della sede dell’Inps in via Medina, pieno centro.

E’ solo l’ultimo dei bollettini neri che stanno funestando la città campana negli ultimi mesi, e nulla accenna a migliorare.

Torraca, il primo comune illuminato a Led!

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Dicono che il buon esempio sia più seguito se a darlo sono grandi città e importanti istituzioni. Forse perchè dei piccoli ecocomuni se ne parla poco, ma dal “basso”, dai piccoli centri di cui è popolata la nostra penisola partono più iniziative verdi di quanto voi possiate immaginare. Se ne è discusso a Roma due giorni fa, di come aiutare concretamente i piccoli comuni ad applicare le convenzioni di Kyoto, nel corso del seminario “Efficienza energetica, rinnovabili, mobilita’ sostenibile: ricette per la riduzione integrata di CO2 e NOx in ambito urbano”, organizzato in collaborazione con l’Anci nell’ambito del progetto di sensibilizzazione verso le Amministrazioni pubbliche avviato dal ministero dell’Ambiente e dal Kyoto Club.
Durante la conferenza ecco spuntare il nome di un piccolo paesino del salernitano, Torraca, che ha investito nel rinnovabile, facendone addirittura lo slogan del sito. Sono andata a curiosare tra le pagine web di questo piccolo centro urbano, e sono rimasta piacevolmente colpita dalla civiltà di questo paesino, che punta sul risparmio energetico e porta avanti una campagna di sensibilizzazione non soltanto astratta (come per altro fanno molti comuni e grandi città), ma tangibile, concreta e direi, visto quello che sto per descrivervi, visibile agli occhi di tutti.
Eh già, perchè Torraca è illuminata a Led, un’innovativa tecnologia che permette di risparmiare il 70% sull’energia e sui costi di manuntenzione.

Fiera del baratto e dell’usato: fa bene all’ambiente e alle tasche

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Cominciata ieri a Napoli, la Fiera del Baratto e dell’Usato si concluderà domenica 27 Aprile, per partire poi in tour in diverse città della Campania e fermarsi ad Ischia. L’evento è un momento di svago ed un’occasione per riflettere su quanto uno stile di vita consumistico incida sull’ambiente e sul portafoglio e come, tornare al baratto e scambiare oggetti di uso quotidiano, possa fare bene alle tasche!

La fiera si svolge presso la Mostra d’Oltremare a Napoli, ed è piacevole da visitare e ricca di spunti originali e creativi: l’anno scorso, ad esempio, vi era la mostra degli involucri di agrumi raccolti da collezionisti. Due anni fa si era scelto di usare come veicolo di comunicazione la carta del pane, mentre quest’anno sono alcune biciclette gialle a fare da cartellonistica, destando contemporaneamente l’attenzione sul problema della mobilità e dell’inquinamento.

La Fiera del Baratto e dell’Usato, giunta alla sua 24esima edizione, è organizzata da Bidonville e ospita quest’anno più di 700 espositori. Le aree tematiche sono diverse: dal collezionismo all’antiquariato, dalla sostenibilità a scelte alternative di consumo etico

La Cina è la maggior produttrice di olii contraffatti

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Da anni la Cia Puglia denuncia le sofisticazioni e le contraffazioni di olio extravergine di oliva. Il presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori (Cia) Puglia, Antonio Barile, ricorda in una nota che

già da inizio anno denunciammo come in Italia su 9 bottiglie che dichiarano di contenere olio extravergine solo 7 lo contengono veramente e 2 non dicono la verità, cioè non contengono extravergine. Delle 7 bottiglie, poi, 4 soltanto sono di olio extravergine italiano e 3 di olio extravergine estero. Il tutto viene venduto per italiano. Il danno per l’economia pugliese è immane.

Sono importanti i controlli come è importante l’etichettatura che di certo se non attuata impedirebbe la trasparenza ed agevolerebbe le lobby che contrastano gli interessi generali dei cittadini consumatori. In contrasto con la sicurezza alimentare, la tutela del prodotto e con la garanzia di qualità dell’olio di oliva pugliese.

Il Teleriscaldamento si diffonde anche in Italia

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Finora abbiamo trattato in questo blog di energia fotovoltaica, di eolico e di nucleare pulito. Ora facciamo la conoscenza di un nuovo sistema di produzione energetica alternativa. E’ un sistema di cui se ne parla ancora poco, ma alcuni comuni italiani se ne sono già attrezzati. Stiamo parlando del “Teleriscaldamento“.

Questo nuovo metodo di produzione energetica prevede che, al livello comunale, venga costruito un impianto centralizzato il quale, attraverso tubature speciali, faccia passare acqua calda o energia elettrica direttamente nel sottosuolo, fino a farla arrivare nelle case. In senso pratico questo significherebbe un grosso risparmio energetico a livello individuale, in quanto arrivando già l’acqua calda, si risparmierebbe sulle caldaie, che producono una quantità molto elevata di CO2. Ma anche energia elettrica per i frigoriferi o gas che va ad alimentare i termosifoni.

Mozzarella alla diossina: sotto sequestro 82 allevamenti nell’agro aversano

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Torna l’incubo diossina nell’agroaversano: in provincia di Caserta sono stati posti sotto sequestro ben 82 allevamenti di bufale, sospettati di aver prodotto latte impiegando percentuali di diossina superiori ai limiti consentiti.

Così dopo la gravissima crisi che aveva colpito gli allevamenti qualche anno fa, tornano sotto inchiesta i caseifici e scattano i sigilli per i produttori accusati di vendere mozzarelle contaminate.

Secondo le stime del sindacato dei produttori, i danni economici si quantificherebbero in almeno 100 mila euro al giorno.
La risposta dei produttori non si è fatta attendere, cortei di protesta hanno bloccato il traffico all’altezza del casello di Capua. La polizia è stata costretta a spostare gli automezzi e i trattori abbandonati sull’autostrada.

Allarme diossina in Campania: Rischio sempre più alto

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In Campania si fa sempre più alto il rischio diossina. Non si riesce a risolvere il problema rifiuti, c’è chi cerca di cancellare il problema a modo proprio, ovvero appiccando il fuoco all’enorme massa di spazzatura che ormai i Campani si ritrovano come paesaggio naturale. I roghi così causati, provocano allarme creando diossina e altre polveri sottili come piombo e cadmio, facendo male ancora una volta al nostro ambiente e a tutti noi.
L’allarme diossina, così, sale di giorno in giorno e crea tensione sia tra gli ecologisti, che conoscono bene il pericolo che può avere l’ennesima nube tossica sul nostro pianeta, e sia nel popolo, perchè cresce il dilagarsi di malattie tumorali che già oggi affliggono in gran parte la popolazione. Ma ritorniamo alla nube tossica composta dalla diossina, che è il più potente cancerogeno sintetico. La diossina contamina l’ambiente per secoli, poichè si accumula nelle falde acquifere rendendo in questo modo pericoloso ogni tipo di prodotto agricolo.