Alluvione La Spezia e Massa Carrara, dal Governo 65 milioni di euro

Le regioni Liguria e Toscana, al centro dell’interesse dell’opinione pubblica per le alluvioni ed il maltempo, sono sotto stato di emergenza. Lo ha dichiarato il Consiglio dei Ministri che ha stanziato 65 milioni di euro per sostenere le zone alluvionate e per ripristinare le strade franate e dissestate. Le regioni dovranno per una buona parte provvedere ai lavori di ripristino e manutenzione attingendo nelle tasche dei cittadini aumentando i tributi regionali: i soldi non ci sono neppure per le calamità naturali.

Bill Clinton: “Le calamità naturali aumenteranno con i cambiamenti climatici”

La Clinton Global Initiative 2010 (una manifestazione indetta dalla famiglia Clinton per fare il piano sullo stato energetico ed economico mondiale) è in pieno svolgimento, ed ha messo in comunicazione capi di Stato e gruppi no-profit al fine di unire le forze per creare programmi filantropici per salvare il pianeta.

L’incontro, arrivato quest’anno alla seconda edizione, si è incentrato sul tema delle catastrofi, ed in particolare sulle calamità naturali. Un atto dovuto visto quello che sta succedendo negli ultimi mesi, dalle inondazioni in Pakistan alle ondate di caldo in Russia che hanno devastato il Paese con gli incendi. Bill Clinton ha colto l’occasione per notare il legame tra le calamità naturali e i cambiamenti climatici.

Per i cambiamenti climatici 20 milioni di persone hanno perso la casa nel 2009

inondazione brasile

Nonostante in molti si ostinino ancora a ribadire che i cambiamenti climatici non esistono e che non hanno alcun effetto, c’è una conseguenza di tali mutamenti, che sta diventando sempre più consistente sotto i nostri occhi: i senza tetto. Ovviamente qui non si parla di coloro che, per scelta o per povertà, decidono di dormire su una panchina alla stazione. Qui si tratta di un problema riconosciuto anche dalle Nazioni Unite, di persone che perdono la propria casa a causa dei cambiamenti climatici.

Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, 20 milioni di persone sono rimaste senza casa lo scorso anno a causa di un’insorgenza improvvisa di calamità ambientali. Ma questo numero già enorme, potrebbe arrivare al miliardo nei prossimi 40 anni se gli effetti del cambiamento climatico prenderanno piede.

Le nazioni insulari del Pacifico, che si sono fatte sentire a Copenaghen, stanno già sperimentando gli effetti del cambiamento climatico. Tuvalu ha registrato un aumento 7 centimetri del livello del mare nei 13 anni precedenti al 2005. Se questo non sembra significativo, considerate che il punto più alto dell’isola, popolato da 10.000 persone, è a soli 3,7 metri sopra il livello del mare quando c’è l’altra marea.

Noi viviamo nella costante paura delle conseguenze negative del cambiamento climatico. La minaccia è reale e grave, e non vi è alcuna differenza con una forma lenta e insidiosa come il terrorismo contro di noi

spiega il primo ministro Saufatu Sopoanga.

Rischio frane per 5.500 comuni italiani

messina inondazioneUna tragedia annunciata quella di Messina. Ma in Italia mettere in guardia dai pericoli di un’edilizia troppo invasiva e di un disboscamento suicida a poco serve. Sono documenti, relazioni, che finiscono in un cassetto, mettendo a tacere la coscienza di chi li ha redatti, non solleticando nemmeno quella di chi dovrebbe leggerli, e non giungengo neanche sul tavolo di chi dovrebbe prendere provvedimenti. Un non-iter, insomma, che ha portato alla morte nel fango di decine di innocenti, mentre nel fango e nella vergogna dovrebbero essere seppelliti i veri responsabili della tragedia. La situazione della provincia di Messina non è certo un caso isolato.

In Italia i comuni a rischio frane sono 5.500. A denunciarlo è Antonio Coviello, docente nella Seconda Università di Napoli ed esperto del CNR-Consiglio Nazionale delle Ricerche (IRAT). Coviello ha elencato i comuni nei quali il rischio di calamità naturali, più alto a Sud con 82 comuni in pericolo nella sola Campania, è tale da necessitare un cambio immediato nei piani regolatori degli stessi.