Biocarburanti, le alghe soppianteranno il petrolio?

Quando penserete al Messico, penserete ai biocarburanti, non solo alla tequila.

Questo è il messaggio di OriginOil, una società di Los Angeles che è stata assunta dal Governo messicano per produrre l’1% del carburante della nazione dalle alghe nei prossimi cinque anni. Entro la fine del decennio, il progetto mirerà a produrre 20 volte tanto, e l’obiettivo è di far diventare il Messico l’apripista di una produzione di biocarburanti che guiderà le altre nazioni. Per questo, come il progetto che fu avviato negli Usa per quanto riguarda la produzione energetica nucleare, questo è stato chiamato Mexico’s Manhattan Project.

OriginOil ha sviluppato una tecnologia, in attesa di brevetto, che si concentra sull’estrazione delle alghe a scopo commerciale. La speranza è di rendere talmente competitivo questo mercato da rendere le alghe in grado di raccogliere un giorno l’eredità del petrolio.

Fonti rinnovabili: biocarburanti, progetto nella Regione Piemonte

Nella Regione Piemonte l’Amministrazione vuole sempre di più incentivare la ricerca nel settore delle fonti rinnovabili, e per questo, con tre milioni di euro di stanziamenti, ha deciso di finanziare un progetto, denominato “Profer”, di una società del Gruppo Mossi&Ghisolfi di Tortona, precisamente la Chemtex Italia srl, sui biocarburanti.

Le risorse assegnate rientrano nell’ambito di un progetto di investimento che, nell’arco dei prossimi due anni e mezzo, con risorse per complessivi 12 milioni di euro, punta a individuare un microrganismo che, per quel che riguarda la produzione da biomassa di bioetanolo, garantisca per la fermentazione delle condizioni ottimali tali da poter competere ancor di più con i combustibili fossili.

Prodotti di uso comune fatti con parti di animali, ecco quelli che non conosciamo

Chi più chi meno, tutti ci dichiariamo amici degli animali. Se così è veramente, non basta però diventare vegetariani. Il modo migliore per salvare gli animali non consiste soltanto nel manifestare in loro favore o nel mangiare esclusivamente verdura quanto soprattutto stare attenti ai prodotti che si usano.

Di solito pensiamo che solo i cosmetici e poco altro provengano da animali o da test compiuti su di essi, ma esistono alcuni oggetti di uso comune, con cui tutti abbiamo a che fare ogni giorno, che provengono da parti di animale, a volte per tutte le marche, altre soltanto per scelta di alcune aziende.

Biodiesel, scoperta nuova fonte: il burro da cucina

La ricerca di nuove materie prime per la produzione di carburante biodiesel ha portato gli scienziati ad un prodotto di facile accesso in tutte le case, e di conseguenza a basso costo: il burro. In un nuovo studio pubblicato su ACS, il bi-settimanale del Journal of Agricultural and Food Chemistry, si segnala che il burro potrebbe essere utilizzato come materia prima eco-compatibile, o materia grezza, per produrre del gasolio pulito.

Michael Haas e colleghi citano l’aumento della domanda globale di biodiesel, e il desiderio di espandere la base delle materie prime, come fattori motivanti per le loro ricerche. I soli Stati Uniti si sono così impegnati a produrre 36 miliardi di galloni (136 miliardi di litri) di biocarburanti entro il 2022, un incremento significativo rispetto al livello attuale di produzione annuale di circa 11 miliardi di galloni (o circa 41 miliardi di litri). La maggior parte di questi è etanolo. Anche la produzione di biodiesel, ormai vicina al miliardo di galloni ogni anno negli Stati Uniti, è previsto che aumenti.

Vita artificiale, Venter crea prima cellula sintetica

craig venterCraig Venter, il genetista dei primati, ha annunciato ieri su Science di aver creato in laboratorio la prima cellula sintetica. Si va verso la vita artificiale. La notizia ha fatto il giro del mondo in pochi minuti ed è di quelle destinate a riaprire il dibattito in fondo mai completamente chiuso del confine tra scienza e natura. La cellula vive. Generata da un computer. Ed é in grado di autoreplicarsi. A detta dello stesso Venter:

cambia la definizione di ciò che si intende per vita.

Craig Venter non è nuovo a scoperte sensazionali. Tempo fa gli chiesero se stesse giocando a fare Dio e lui rispose: “Ma io non sto affatto giocando“. I suoi successivi primati confermarono che non si sbagliava.  Venter è il creatore della vita artificiale.

Biocarburanti, agricoltori africani rischiano sfratto dalle loro terre

biocarburantiTorniamo ancora una volta sul tanto dibattuto argomento biocarburanti versus sviluppo sostenibile, che ha visto finora la disfatta del carburante biologico che penalizzerebbe le colture destinate ad uso alimentare, aggravando la Fame nei Paesi sottosviluppati ed aumentando il prezzo dei beni di prima necessità (in primis i prodotti farinacei) nel resto del mondo. Senza contare la massiccia deforestazione in atto per fare spazio alle colture destinate alla produzione di biocarburanti. Un nuovo allarme degli esperti arriva dall’Africa, dove gli agricoltori rischiano di essere costretti a lasciare le loro terre a causa delle pressione di investitori ricchi e potenti o ancora di progetti di governo nati sulla base della crescente domanda globale di biocarburanti, che favorisce ovviamente i cambiamenti nelle colture.

Una recente ricerca dell’Università di Edimburgo ha scoperto che i mezzi di sussistenza già scarsi della popolazione africana potrebbero essere messi ulteriormente a repentaglio qualora i terreni agricoli africani fossero destinati in misura sostanziale alle colture per i biocarburanti.

Actionaid contro i biocarburanti: sono una minaccia per l’ambiente

biocarburanti actionaidSi intitola Chi paga il prezzo dei carburanti verdi il nuovo rapporto diffuso da Actionaid nei giorni scorsi, che spara a zero su quelli che sono da tempo considerati i carburanti eco, e che invece sarebbero responsabili della crisi alimentare. Quello che dicono ad Actionaid, a dire il vero, lo avevano ripetuto già molti esperti, e ne avevamo riportato spesso notizia anche noi. E’ ovvio, infatti, che se per la produzione di biocarburanti si utilizzano beni alimentari di prima necessità, i prezzi di pane e pasta vanno ad aumentare, mettendo a rischio soprattutto gli approvvigionamenti di cibo nei Paesi più poveri. Ecco perchè la ricerca si sta concentrando sulla produzione di biocarburante da rifiuti organici, bucce, semi e altri prodotti di scarto, inutili a scopi alimentari.

Tornando al rapporto di Actionaid, che da sempre afferma che i biocarburanti trasformano il cibo in benzina, nell’analisi si legge infatti che:

in Africa, America Latina e Asia, l’espansione dei biocarburanti è stata generalmente favorita dai governi locali, desiderosi di attrarre investimenti e creare nuove opportunità di esportazione.

Economia rinnovabili 2009: nonostante la crisi, il mercato cresce dell’11,4%

installazione pannelli solari

Nonostante un anno molto difficile per la maggior parte delle industrie nel 2009, i tre rami principali del settore dell’energia pulita hanno evidenziato una crescita significativa.

Nel 2009, le entrate globali complessive per i tre principali settori di energia pulita – solare fotovoltaico, energia eolica, e biocarburanti – sono cresciute del 11,4% dal 2008, raggiungendo 139,1 miliardi dollari. Questi tre settori si prevede raggiungeranno 325,9 miliardi dollari entro il 2019 , secondo il rapporto Clean Energy Trends 2010 pubblicato oggi da Clean Edge Inc., società di ricerche nel settore dell’alta tecnologia.

Dopo il salto le conclusioni principali della relazione.

Non solo elettricità: il solare creerà anche biocarburanti

processo biocombustibile solare

Per decenni, la scienza ha cercato di trovare i modi più disparati per ottenere energia dal sole. Nella fotosintesi naturale però, le piante assorbono l’energia solare e l’anidride carbonica e quindi la convertono in ossigeno e zuccheri da miliardi di anni. L’ossigeno viene rilasciato nell’aria e gli zuccheri sono dispersi in tutta la pianta.

Sfortunatamente, l’attribuzione di energia luminosa in prodotti che usiamo oggi non è così efficace come si vorrebbe. Ora i ricercatori di ingegneria dell’Università di Cincinnati stanno cambiando questa visione. I ricercatori stanno trovando i modi per recuperare l’energia dal sole ed il carbonio dall’aria per creare nuove forme di biocarburanti, grazie ad una specie di rana semi-tropicale. I loro risultati sono appena stati pubblicati su Nano Letters.

Biocarburante dalle alghe: nei jet americani sarà testato tra un mese

jet ad alghe

Da qualche tempo il Pentagono sta vagliando diversi progetti sull’energia alternativa. Anche se probabilmente la finalità ultima non è l’ambientalismo, è bene che un’istituzione di questo rilievo dia tanta importanza all’indipendenza energetica. Almeno è un modo per accelerare ulteriormente la ricerca sulle rinnovabili.

E’ di circa un anno fa la notizia degli investimenti proprio del Pentagono sul carburante per jet a base di alghe. Allora, spiegavano gli addetti ai lavori, pareva che l’air force fosse molto vicina ad utilizzare un combustibile con un’impronta di carbonio pari a zero. Si era a livelli ancora sperimentali, ed entro un decennio questa tecnologia si pensava potesse diventare realtà. Ma il Dipartimento della Difesa americana, solo un anno dopo, ha segnalato che il suo sviluppo di combustibili provenienti dalle alghe potrebbe avvenire addirittura molto prima del previsto.

Gassificazione dell’idrogeno: lo sviluppo va a rilento

gassificatoreLe tecnologie dedicate al processo di gassificazione della biomassa sono attualmente in fase di sviluppo in molti Paesi, in vista di una futura produzione di biocarburanti liquidi di seconda generazione che possano sostituire quelli inquinanti di oggi, prima di tutto quelli provenienti dal petrolio. Sia la gassificazione a letto fluido che i sistemi speciali di trasporto di flusso sono in fase di sviluppo intensivo.

Queste tecnologie possono essere utilizzate anche per la produzione di idrogeno, che può diventare un’alternativa interessante in sostituzione di parte del contributo dei combustibili fossili nelle raffinerie di petrolio e nelle industrie chimiche. Inoltre, la tecnologia delle celle a combustibile è stata sviluppata proprio per i gas ricchi di idrogeno. Nuovi e rivoluzionari metodi di produzione, in grado di sostituire il processo di rotta classica, ma non possono tuttavia essere previsti per emergere nel medio termine. Anche le nuove tecnologie di separazione dell’idrogeno, attualmente in fase di sviluppo, sembrano avere solo un limitato potenziale nel ridurre il costo di produzione dell’idrogeno, rispetto alle tecnologie oggi disponibili in commercio.

A che punto è la ricerca sui biocarburanti provenienti dai rifiuti?

compattatore rifiuti

Gli scienziati della Teesside University stanno cercando le risposte ad uno dei problemi più difficili a cui far fronte oggi: la produzione di energia, senza un’accelerazione del cambiamento climatico o danneggiare la produzione alimentare. I ricercatori stanno studiando i biocarburanti prodotti dai rifiuti, l’alternativa più “verde” ai combustibili fossili.

I biocarburanti possono apparire come la soluzione perfetta perché non sono produttori di sostanze nocive, ma creano un altro problema in quanto possono incoraggiare i contadini a coltivare colture energetiche a scapito di quelle alimentari, soprattutto nei Paesi più poveri del mondo.

Il tabacco potrebbe essere il biocarburante del futuro

pianta di tabacco

I ricercatori dei laboratori biotecnologici della Thomas Jefferson University hanno individuato un modo per aumentare l’olio nelle foglie di tabacco, il quale può essere il passo successivo nell’utilizzo degli impianti per i biocarburanti. Il loro lavoro è stato pubblicato sulla rivista Plant Biotechnology Journal.

Secondo Vyacheslav Andrianov, professore assistente del Cancer Biology al Jefferson Medical College della Thomas Jefferson University, il tabacco è in grado di generare biocarburante più efficiente di altre colture agricole. Tuttavia, la maggior parte dell’olio si trova in genere nei semi, in quanto essi sono composti di olio per circa il 40% del peso a secco.