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Bike sharing a Roma, anche sulle biciclette c’è l’inganno

bike sharing roma ingannoL’Italia è un Paese strano, in cui un chilometro di autostrada costa il triplo che in Francia e dove un chilometro di metropolitana può costare anche 4-5 volte che altrove. Lo sappiamo che da noi costa tutto di più, ma finché si tratta di grandi cifre si sa come vanno queste cose. Ora però questo “strano fenomeno” si sposta anche sui piccoli numeri, quelli della bicicletta. Sì perché se finora le bici non interessavano a nessuno, se non ai normali cittadini, ora che si stanno espandendo cominciano a far gola anche ai piani alti. Guardate un po’ cosa è successo a Roma.

Bike sharing

Bike sharing

Il termine inglese designa il servizio di noleggio e condivisione (to share) di biciclette che molte amministrazioni comunali mettono a disposizione dei cittadini nell’ambito dei programmi di mobilità sostenibile intermodale. La bicicletta condivisa permette di risolvere il problema, ben noto agli ingegneri dei trasporti, dell’ “ultimo chilometro” ovvero del tratto di percorso che separa la fermata del mezzo pubblico dalla destinazione. Il concept, elaborato da Pedro Kanof con la finalità di far risparmiare sul costo della bicicletta, allora molto costosa, è del 1989.

Il bike sharing si basa sulla possibilità di prelevare e riconsegnare liberamente,24 ore su 24, le bici dalle stazioni disseminate per la città (alcuni sistemi impongono la riconsegna presso il parcheggio di prelievo). Le biciclette, che nei parcheggi sono bloccate con appositi dispositivi, si prelevano tramite l’utilizzo di una tessera o di una chiave con tecnologia contactless che viene rilasciata dopo la registrazione dell’utente. Questo agisce da deterrente per i furti.

Ciclabilità, l’appello dei ciclisti romani: “Indossa il drappo rosso!”

La scorsa domenica 7 Novembre al tredicesimo chilometro della tristemente nota via Cristoforo Colombo, a Roma, Paolo Cascavilla  è stato travolto da un pirata della strada, mentre pedalava in sella alla sua bici nelle prime ore del mattino. La stessa via nello scorso anno fu già teatro di un’altra morte in bici, la storia si è ripetuta anche qualche mese fa all’altezza del bivio per Anzio. La cronaca degli ultimi mesi è densa di casi analoghi tra cui il più famoso, per la visibilità trionfale del teatro in cui si è consumata la tragedia (via dei Fori imperiali) è quello della ciclista ventottenne (Eva Bodalohva), uccisa da un taxi il 31 ottobre 2009. Oltre che uccisi accidentalmente i ciclisti vengono anche picchiati selvaggiamente, incolpati di essere d’intralcio al traffico veloce degli impazienti automobilisti, è accaduto ad un semaforo di Anzio poco tempo fa.

Adesso i ciclisti romani sono esasperati: “Basta! Non ne possiamo più“, commenta Maurizio Santoni, referente alla Ciclabilità di Legambiente Lazio che chiede il rispetto dei limiti di velocità e del Codice della strada ed invita tutti i ciclisti a manifestare contro la mancanza di sicurezza delle strade della capitale per le due ruote dove, nonostante i numerosi appelli degli ultimi anni, non vi è stato alcun miglioramento. Numerose sono le iniziative di protesta tramite le quali le associazioni delle due ruote hanno deciso di ricordare ogni giorno «il pericolo che corrono gli utenti leggeri della strada, ciclisti e pedoni».