Cambia il piano per il contrasto alla Xylella fastidiosa, il batterio che contribuisce al disseccamento rapido degli ulivi del Salento e di parte del resto della Puglia: in una fascia tra Brindisi e Taranto via all’eradicazione degli ulivi per creare una zona cuscinetto, le sorti delle piantagioni di vite per la produzione del Primitivo sono ancora poco chiare.
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Batterio killer, microbiologa avanza ipotesi bioterrorismo
Batterio killer, vi abbiamo appena aggiornato sui risultati, ancora parziali specifichiamo, delle analisi effettuate sui campioni di soia. Risultati che, al momento, con 23 campioni su 40 analizzati, scagionerebbero i germogli, fino a ieri indicati dalle stesse autorità sanitarie tedesche come i potenziali responsabili dell’epidemia di Escherichia coli che ha mietuto almeno 22 vittime in Germania, con circa 1.220 persone rimaste sinora contagiate.
E se dietro il dilagare del contagio ci fosse un atto di bioterrorismo? Chi può escluderlo? Ad avanzare questa ipotesi è la microbiologa Maria Rita Gismondo, a capo del Laboratorio di microbiologia dell’ospedale universitario Sacco di Milano.
Batterio killer, in via di assoluzione anche la soia
Batterio killer, dopo cetrioli, salame, imballaggi e verdure varie, è il turno della soia di essere prima incriminata e poi puntualmente assolta a distanza di poche ore. Le preoccupazioni della Coldiretti sulla psicosi che altro non porta che ad un calo dei consumi del mercato ortofrutticolo, con perdite di milioni e milioni di euro, sono dunque più che fondate.
I vegetariani tireranno un sospiro di sollievo. Ora però ci chiediamo: a quando il prossimo imputato? E quanta frutta e verdura dovrà ancora finire nella pattumiera prima che si individui, magari in un altro cibo, solido o liquido che sia, il responsabile dell’epidemia di Escherichia coli che sta mietendo vittime in Germania? Sono almeno 22 i morti accertati sinora per un totale di circa 2.220 persone contagiate.
Batterio killer, potrebbe provenire da un’azienda agricola tedesca
La causa della diffusione del batterio E.coli nei cetrioli che hanno colpito la Germaniaè stata rintracciata anche nei germogli di soia prodotti dalla Gaertnerhof Bienenbuettel, un’azienda agricola della Bassa Sassonia, distante circa 70 km da Amburgo, e non dunque dai prodotti esportati dalla Spagna. I responsabili della ditta tedesca non sanno trovare una spiegazione alla diffusione del batterio killer. Klaus Verbeck, amministratore delegato della Gaertnerhof Bienenbuettel, ha dichiarato che l’azienda agricola non utilizza concimi per la produzione di germogli di soia e che non ci sono animali nella fattoria
Non riesco a capire come possano stare insieme le accuse con i processi di produzione che abbiamo qui. I germogli di mais si sviluppano solo da semi e dall’acqua e non sono affatto concimati. E nell’azienda non utilizziamo concimi animali neanche in altri settori di produzione.
E.coli trovato su salame di cervo Made in Italy, è allarme psicosi
Dopo le vittime in Germania per il batterio Escherichia Coli, già ribattezzato il batterio killer, e il divieto di importazione di frutta e verdura provenienti dalla Spagna e dagli altri Paesi dell’Unione europea in Russia, dilaga in Europa e in Italia la paura per l’epidemia tedesca. Il ministro della salute Fazio rassicura che
Ogni correlazione con l’epidemia tedesca è altamente improbabile.
Ha poi aggiunto
La salute è sotto controllo, non deve generare allarmismi e non deve modificare le nostre abitudini alimentari, a cominciare dal consumo di verdura e frutta cruda dopo averla lavata. Sinora non è giunta alcuna segnalazione di infezione da parte di questo ceppo di batterio E.coli, né nella popolazione italiana residente, né in turisti provenienti dalla Germania perché la quasi totalità dei casi di infezione è circoscritta alla zona di Amburgo.
Batterio killer fa strage dei consumi di frutta e verdura
Cinque miliardi di euro. A tanto ammontano i danni subiti dal comparto agroalimentare a causa della psicosi sul batterio killer e di tutte le altre (dall’aviaria alla diossina), calcolati da Coldiretti. Un danno, quest’ultimo, subìto in tutta Europa per motivi infondati, che fa il paio con le altre psicosi più o meno giustificate come l’aviaria, la mucca puzza o il latte alla melamina.
Finora i casi accertati di contagio in tutto il Vecchio Continente sono stati circa 2000, ma tutti si sono verificati in Germania (i 500 pazienti non tedeschi erano comunque transitati dalla Germania di recente), dunque non c’è pericolo per l’Italia. Inoltre non si sa ancora quale sia il vero motivo per cui il batterio si diffonda così velocemente, ed è bastato soltanto sospettare dei cetrioli per far crollare il mercato europeo di tutta la verdura.