“Oil 2.0”: il petrolio del futuro prodotto dai batteri

Il petrolio, come si sa, non è una fonte di energia inesauribile. Presto ci ritroveremo senza e dovremo fare i conti con la perdita del pilastro alla base dell’approvvigionamento energetico mondiale. Per far fronte a questa situazione, ricercatori e scienziati, negli ultimi anni, si stanno adoperando al fine di trovare un’efficace fonte di energia alternativa al petrolio.

Muovendosi in questa direzione, Greg Pal, ricercatore e direttore dell’istituto di ricerca Ls9 di Silicon Valley, è riuscito ad ottenere un biocombustibile simile al petrolio tramite l’utilizzo di alcuni microrganismi modificati geneticamente.

Acqua potabile geneticamente modificata: materiale genetico per “depurare” l’acqua

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Il dibattito sugli organismi geneticamente modificati (Ogm) e sui cibi transgenici, infuria ormai da qualche anno.
Tra chi si schiera a favore e chi vota contro, chi ha paura delle conseguenze degli OGM per la salute e chi ha fiducia incondizionata nelle potenzialità della modificazione genetica, il confronto non sembra e non deve avere fine.

E’una notizia di questi giorni a riaccendere i riflettori sul geneticamente modificato, questa volta si tratta addirittura dell’acqua.
Alla Duke University sarebbero stati eseguiti dei test per purificare l’acqua, impiegando frammenti di materiale genetico.

Lo sapevate che i ghepardi sono in via d’estinzione? Ora si cerca di salvarli

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Anche se considerati tra gli animali più forti e veloci del mondo, i ghepardi non riescono a sfuggire ad una malattia mortale chiamata amiloide A (AA) o più semplicemente amiloidosi. Purtroppo questa volta non è una notizia curiosa come quella data il mese scorso sul leopardo, ma stiamo parlando di una malattia che colpisce il 70% dei “gatti” in cattività, e reso inutili gli sforzi dell’allevamento. Un nuovo studio riesce a spiegare il modo con cui questa malattia viene trasmessa.

L’amiloidosi (la chiameremo così d’ora in poi per semplificare) assomiglia al morbo della mucca pazza. Come in essa, infatti, c’è un mutamento di una proteina, in questo caso l’amiloide A, che converte le normali proteine in anomale. Queste proteine in animali di grandi dimensioni possono arrivare a danneggiare il fegato o la milza, a differenza del morbo della mucca pazza che colpiva il cervello e il sistema nervoso centrale.
Gli animali spesso muoiono di insufficienza renale e la stima dice che potrebbe colpire tra il 20 e il 70% dei ghepardi in cattività dal 1980.

Scopriamone di più sul bioetanolo

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Il bioetanolo è un etanolo prodotto tramite un processo di fermentazione delle biomasse. Per chiarire meglio questa definizione, è opportuno specificare che il termine etanolo indica l’alcool, mentre per biomasse si intendono i prodotti agricoli che contengono molti glucidi (zuccheri), quali ad esempio i cereali, gli amidacei, le piante da zucchero e le vinacce.

Si può ricavare dalla canna da zucchero (il Brasile detiene il primato con 6 mila litri per ettaro coltivato); dal tronco delle piante (solitamente l’abete rosso) estraendo il glucosio e ottenendo poi per via fermentativa l’etanolo; dalla cellulosa trasformandola, grazie all’azione di funghi e batteri, in glucosio, e fermentando poi gli zuccheri con microbi e lieviti.