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Conferenza di Doha, Cina e Stati Uniti disponibili a dare il proprio contributo

conferenza doha stati uniti cina contributoSarà stato il richiamo all’ordine del segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon a rimettere tutti in riga, ma fatto sta che improvvisamente ieri si è registrato uno strano buonismo nelle parole dei delegati più attesi, quelli cioè di Cina e Stati Uniti. Ha lasciato sorpresi (positivamente) il delegato cinese Xie Zhenhua che aveva esordito con il solito ritornello “i Paesi industrializzati devono fare di più”, per poi aggiungere però “anche noi siamo disponibili a fare la nostra parte”.

World Future Energy Summit, al via da oggi il meeting sul futuro dell’energia

E’ importante che l’energia del futuro sia accessibile a tutti. E’ questo il richiamo di Ban Ki-moon, segretario delle Nazioni Unite, durante il discorso di apertura della quarta edizione del World Future Energy Summit, l’incontro che si svolge ogni anno ad Abu Dhabi in cui centinaia di espositori (se ne contano 600 quest’anno) di 50 Paesi diversi si incontreranno con rappresentanti di 148 nazioni per scambiare idee, ma soprattutto progetti, con l’obiettivo di aprire una nuova era energetica.

Lo scopo è di favorire gli investimenti e le partnership tra diverse nazioni in modo da far progredire anche i Paesi che sono attualmente più indietro dal punto di vista energetico, e di conseguenza industriale, con un occhio allo sviluppo delle tecnologie pulite che devono essere un po’ la “Stella Polare” che deve guidare i negoziati.

Congresso di Cancun: Ban Ki-moon “troviamo l’accordo, anche se non perfetto”

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha esortato le nazioni riunite in Messico, ad accettare un accordo modesto per frenare i cambiamenti climatici, anche se non perfetto. Dopo che il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e altri leader non sono riusciti ad elaborare un nuovo trattato sul clima al summit dello scorso anno a Copenhagen, Ban ha sottolineato che Cancun ha ambizioni più modeste.

Non abbiamo bisogno di un accordo definitivo su tutte le questioni, ma abbiamo bisogno di fare progressi su tutti i fronti. Non possiamo lasciare che la perfezione possa essere nemica del bene. Non può essere tollerato perché significherebbe condannare milioni, no, miliardi di bambini, donne e uomini di tutto il mondo. Cancún deve rappresentare una svolta

ha detto il segretario ONU nel suo discorso alla cerimonia di apertura dei colloqui finali.

Giornata Mondiale dell’Alimentazione, le iniziative nel mondo

Poco meno di un miliardo di persone, per la precisione 925 milioni sono gli affamati del mondo, secondo i dati Fao. Numeri che, seppure in calo rispetto al 2009, sono ancora troppo alti. Ed è a loro che è dedicata la nona edizione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, organizzata dell’Onu e fortemente sponsorizzata dal suo segretario Ban Ki-moon.

Le cause sono tante, dalle guerre ai disastri naturali, fino ad una crisi finanziaria mondiale che sfrutta ulteriormente le già dilaniate terre povere. Tutto il mondo ha voluto manifestare, e di iniziative ne sono state registrate tante. Molto bella quella presa a Parigi dove sono stati esposti 10 mila piatti ai piedi della Tour Eiffel, rappresentanti di altrettanti bambini che si stima muoiano a causa della fame ogni giorno. Per loro oggi, secondo il segretario delle Nazioni Unite, non è la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, ma solo

un altro giorno senza cibo.

Addio al lago d’Aral, diventato ormai un’enorme distesa di sabbia

navi lago d'aral

Non molto tempo fa, il lago d’Aral era il quarto lago d’acqua dolce più grande al mondo. Oggi, a circa 20 anni dalla rilevazione che gli aveva assegnato questa posizione in graduatoria, è composto solo per il 10% delle sue dimensioni precedenti di acqua. Il restante 90% è solo sabbia. In quello che il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ha chiamato “uno dei disastri più scioccanti del pianeta”, il lago d’Aral si è letteralmente prosciugato.

Ma com’è possibile che una delle più massicce distese d’acqua al mondo sparisca? Uno dei responsabili principali fu la guerra fredda dell’epoca sovietica, e la poca attenzione alle risorse ambientali che si aveva in quel periodo in cui l’ambientalismo era l’ultimo dei problemi.

Un progetto destinato ad incrementare la produzione di cotone in una regione arida come l’Uzbekistan finì con il deviare i fiumi che alimentano il lago d’Aral lontani dal loro letto naturale. Senza i fiumi che alimentavano il lago, questo ha semplicemente e costantemente avviato un prosciugamento che è durato degli anni. E ora il 90% di tutto il lago d’Aral è andato.

Giornata mondiale dell’acqua, oro blu “sotto assedio”

acquaOggi 22 marzo, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua, si tirano un po’ di somme sull’oro blu, sulla sua distribuzione e sullo sfruttamento delle risorse idriche del Pianeta. Inutile dire che il bilancio è tutt’altro che positivo. I dati raccolti dall’Onu (l’Organizzazione delle Nazioni Unite) sono poco incoraggianti: sulla Terra 884 milioni di persone non hanno a disposizione acqua incontaminata, mentre sono addirittura in 2,6 miliardi a non beneficiare di servizi igienico-sanitari idonei.

La mancanza di acqua pulita è all’origine della diffusione di numerose malattie, tanto che la contaminazione dei bacini idrici provoca, ogni anno, più morti delle guerre. E ad aggravare la già difficile situazione, ci pensano previsioni poco confortanti: nel 2030 si stima infatti che una persona su tre vivrà in zone dove l’acqua scarseggia.

Le aspettative a 10 mesi dal COP16

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I buoni impegni di riduzione delle emissioni sono rimasti dove li abbiamo lasciati circa sei settimane fa: a Copenaghen. Sperando che quello che il Segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ha definito “un essenziale primo passo” verso un accordo più giuridicamente vincolante per affrontare il problema del clima, sia corretto, attendiamo con ansia il nuovo incontro, il cosiddetto COP16, in cui si tenterà di trovare le soluzioni per evitare un aumento della temperatura che superi i 2° C.

Le aspettative sono alte, e dovranno concretizzarsi durante i colloqui che si terranno in Messico il 10 dicembre prossimo. Il capo dei negazionisti è l’ex ministro britannico e attuale Vice Presidente del Consiglio d’Europa, relatore sul clima John Prescott, che ha dichiarato al The Guardian:

Non mi importa se si tratta di ministri del governo o di ONG, se pensano che si possa ottenere un accordo giuridico firmato da tutti in Messico, io non ci credo.

Nella stessa pubblicazione il segretario nazionale del Brasile per il cambiamento climatico Suzana Kahn dice al contrario che vedremo un certo successo nel 2010, ma un accordo definitivo sarà “molto difficile”. Un fattore chiave per ottenere una misura del successo, secondo la Kahn, è che un impegno giuridicamente vincolante di riduzione delle emissioni deve essere emanato prima di tutto negli Stati Uniti, e con tagli delle emissioni reali.

Impegno contro la deforestazione: posti gli obiettivi, ma mancano i soldi

foresta pluviale

Il vertice delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, convocato la scorsa settimana a New York dal segretario generale Ban Ki-Moon, ha riunito più di 100 capi di Stato e personalità per affrontare l’urgente necessità di agire e di mobilitare un effettivo slancio e l’impegno nell’azione legale tra le più importanti della storia per potere giungere ad un accordo equo ed efficace alla vigilia della conferenza sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite a Copenhagen che si terrà a dicembre.

I leader dei Paesi sviluppati e di quelli in via di sviluppo si sono concentrati sulla riduzione delle emissioni dovuta alla deforestazione e degrado degli ambienti (REDD), punti chiave del protocollo di Kyoto. Il REDD è un accordo per ridurre le emissioni da deforestazione e dal degrado delle foreste nei Paesi in via di sviluppo. Si tratta di uno sforzo per creare un valore finanziario per il carbonio immagazzinato nelle foreste. Se il carbonio può essere mantenuto nei boschi e non immesso nell’atmosfera (attraverso incendi, conversione della terra, decadimento delle biomasse o deforestazione), darà un contributo significativo per evitare un pericoloso cambiamento climatico. Il valore di questa riduzione delle emissioni può essere realizzato attraverso i mercati del carbonio o un fondo del carbonio (collettivamente chiamato meccanismo di REDD).

Obama lancia l’allarme, Hu Jintao risponde: i leader mondiali uniti contro il riscaldamento globale

obama all'Onu

Circa 100 capi di Stato (tranne quello italiano) si sono riuniti nel palazzo delle Nazioni Unite di New York questa mattina per una conferenza senza precedenti sulla lotta al cambiamento climatico. Il miglior risultato lo abbiamo avuto con i leader più attesi, come Obama ed il presidente cinese Hu Jintao, i quali hanno riconosciuto che un accordo è un obiettivo importante, ma hanno anche sottolineato le proprie esigenze.

I negoziatori hanno discusso per raggiungere un accordo per ridurre le emissioni globali entro dicembre, in occasione del meeting di Copenaghen, e gli organizzatori delle Nazioni Unite sperano che questo evento darà ai colloqui un nuovo slancio politico.

Il presidente asiatico ha ammesso che la Cina ha compiuto grandi passi in avanti nello sviluppo, ma è ancora relativamente in ritardo in termini di ricchezza procapite, ma soprattutto nella lotta contro le emissioni. La causa di tale ritardo è la scarsità di capitale e tecnologia, ma soprattutto perché

i Paesi in via di sviluppo hanno limitate capacità e mezzi per affrontare il cambiamento climatico.

Terza conferenza mondiale sul clima, Ban Ki-moon: ci dirigiamo verso l’abisso

Ban-Ki-MoonCambiamenti climatici, conseguenze del riscaldamento globale, scioglimento dei ghiacciai: questi alcuni dei temi toccati nel corso della Terza Conferenza mondiale sul clima, in corso a Ginevra. Ban Ki-moon, il segretario generale dell’Onu, ammonisce:

Abbiamo il piede sull’acceleratore e ci stiamo dirigendo verso l’abisso. Abbiamo scatenato forze potenti ed imprevedibili, il cui impatto è  già visibile. L’ho osservato con i miei occhi.

Il riferimento è alla recente visita compiuta da Ban Ki-moon al Polo per testare personalmente lo stato in cui versano i ghiacciai e portare una testimonianza ancora più vivida ed efficace alla Conferenza sul clima. Il segretario generale dell’Onu si è recato a  Ny-Aalesund, la località più settentrionale al mondo, localizzata a soli 1.231 chilometri dal polo nord. E’ la prima volta che un segretario generale dell’Onu visita Ny-Aalesund.

G8 de L’Aquila: cosa aspettarci sul clima

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I leader del G8 si riuniranno questa settimana a L’Aquila e sul tavolo, tra le altre questioni, ci saranno le proposte su cosa questi Paesi ricchi potranno fare per fermare i cambiamenti climatici. Siamo a circa 150 giorni dai negoziati internazionali sul clima di Copenaghen, ed è ben noto che, in assenza di leadership del G8, non vi sarà alcuna trattativa efficace. Ecco dunque cosa possiamo aspettarci dal meeting italiano.

La grande novità di questa settimana è che gli Stati Uniti sono ora disposti a firmare la proposta del G8 (finora sempre respinta da Bush) sull’obiettivo che porta alla limitazione dei famosi 2 gradi Celsius come aumento “autorizzato” della temperatura globale. Una cifra considerata dall’Unione europea e da molti scienziati del clima, come il punto di non ritorno.

Earth Hour: questa sera spegnamo tutti le luci per un’ora

Sì lo so che stasera c’è la Nazionale, ma il gesto è simbolico e può essere molto importante. Stasera, sabato 28 marzo, alle 20:30 si spegneranno le luci dei luoghi simbolo di mezzo mondo, dal Colosseo di Roma alle Piramidi di Giza, dalla Tour Eiffel di Parigi all’Empire State Building di New York.

L’iniziativa, che coinvolge 2848 città di 83 Paesi diversi è stata lanciata dal WWF per sensibilizzare il mondo sul problema ambientale. L’associazione ambientalista infatti vuole lanciare un messaggio forte, e cioè fa vedere come sarà il mondo al buio se non dovessero essere presi provvedimenti in favore del clima.

Allarme acqua: tra 20 anni metà della popolazione mondiale non ne avrà più

Uno dei più terribili allarmi che tutto il mondo si aspettava, è stato finalmente lanciato. L’Onu nei giorni scorsi ha indetto una serie di conferenze stampa, tra cui quella più importante durante il forum mondiale sull’acqua di Instanbul, per mettere in guardia il mondo sul problema acqua.

Secondo la relazione delle Nazioni Unite, entro il 2030 almeno metà della popolazione mondiale sarà a secco, e questo creerà drammatici problemi. Il principale avverrà nei Paesi in cui l’acqua scarseggerà, quelli africani, in quanto non sarà possibile per decine di milioni di persone raggiungere le riserve d’acqua dolce che già ora sono parecchio distanti. Questo porterà ad un alto tasso di mortalità, e di conseguenza anche a guerre civili per il controllo dell’acqua, proprio come sta succedendo in Darfur, secondo gli ultimi dati presentati da Ban Ki-Moon.

175 miliardi di euro per allargare il Protocollo di Kyoto

L’opera ecologica di Barack Obama comincia a dare i suoi frutti in tutto il mondo. Mentre fino a qualche mese fa l’Unione Europea tentava in tutti i modi di prendere decisioni di carattere ecologico per salvare l’ambiente praticamente da sola, gli Stati Uniti, con i soliti interessi da difendere di Bush, tentavano di mettere i bastoni tra le ruote della Ue, mentre l’Onu stava a guardare e tentava di prender tempo.

Dall’insediamento di Obama qualcosa si è mosso. Gli intenti verdi del neopresidente Usa hanno dato una scossa al livello di guardia internazionale, che adesso tenta di accelerare l’iter ambientalista e tentare anche di osare un pò di più. Il prossimo dicembre a Copenaghen si terrà la conferenza sull’ambiente definitiva, quella che sancirà le prime direttive a cui tutti si dovranno attenere, e probabilmente verrà un colpo al nostro Presidente del Consiglio, sempre con il braccino corto quando si parla di ambiente, quando sentirà le proposte di Dimas.