Una balena di 17 metri per due tonnellate e mezzo è morta nei giorni scorsi al largo delle coste toscane, vicino Cecina, in provincia di Livorno. Il cetaceo è morto già qualche giorno fa, ma ieri la sua carcassa si è spiaggiata, trasportata dalle onde, sulle coste di Rosigliano. Lo avevano avvistato già alcuni pescatori quando ancora era al largo, proprio come avevano avvistato la carcassa di un delfino morto nella stessa zona. Ma quale può essere la causa di tutte queste morti?
balena
Ambiente, nel Tirreno balene in aumento del 300%
Il Mediterraneo non è solo un mare inquinato e in cui si pratica la pesca intensiva, ma anche un habitat perfetto per le balene che, come mostra un recente studio dell’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA) sono aumentate del 300% negli ultimi 20 anni. La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Marine Ecology, ha preso in esame uno specifico tratto di mare: la tratta Civitavecchia-Golfo Aranci e bordo dei traghetti di linea della Corsica-Sardinia Ferries e della Grimaldi Lines.
Ambiente, le balenottere dell’Islanda sono salve per il 2012
La motivazione non è certo ambientale o etica, ma quel che conta è il risultato e in questo caso sarà il medesimo: le balenottere dell’Islanda, grandi mammiferi marini a rischio estinzione, potrebbero non essere cacciate per il 2012. Il motivo reale? il governo non ha rinnovato la deduzione fiscale prevista per i cacciatori dei grandi cetacei che non potranno essere rimborsati per i lunghi periodi trascorsi in mare.
Specie in pericolo: la Russia blocca le trivellazioni per salvare le balene
Buone notizie arrivano dalla Russia. Nonostante si tratti di uno dei Paesi più spesso messi sotto accusa per le trivellazioni in cerca di petrolio, per una volta il Governo ha deciso di redimersi nel tentativo di salvare una specie in pericolo di estinzione, la balena grigia Occidentale. In alcune delle aree intorno all’isola di Sakhalin, le aziende petrolifere non riceveranno più i diritti di estrazione del petrolio.
Il nuovo regolamento si applica per ora solo ad una sezione delle acque circostanti Sakhalin, anche se numerose società hanno progetti attivi in altre zone nei pressi dell’habitat delle balene dove hanno già stabilizzato quattro piattaforme petrolifere off-shore e diverse piattaforme per il gas. La decisione servirà a bloccare almeno lo sviluppo di altre piattaforme.
Baby megattera, una nascita in diretta in Madagascar
Sotto gli occhi stupiti di un gruppo di turisti in vacanza all’isola dei pirati, nel largo di Sainte Marie, in Madagascar è nato un piccolo di megattera. La nascita ha lasciato tutti col fiato sospeso e ha dato testimonianza, l’unica documentata, di una nascita in diretta di un balenottero.
A filmare il lieto evento è stata una ricercatrice venezuelana, Maria Faria, biologa esperta nelle specie marine a rischio estinzione che ora ha dato il nome al piccolo di balena, Marie. La biologa era in Madagascar per verificare le condizioni delle balene al largo della costa orientale dell’Africa, come ecovolontaria dell’Associazione CétaMada, per la protezione dei mammiferi marini nel Madagascar.
Caccia alle balene: proposta la legalizzazione limitata
Nel lontano 1986, a causa della rapida sparizione delle balene dagli oceani di tutto il mondo, fu imposta la moratoria sulla loro caccia. In pratica da quell’anno in poi non sarebbe più stato possibile cacciare l’animale più grande degli oceani per scopi commerciali. Tutti i Paesi del mondo ratificarono il trattato tranne Islanda e Norvegia che infatti hanno continuato a cacciarle, mentre il Giappone, pur ratificandolo, aggirò il divieto continuando le sue operazioni, nascondendole sotto la “bandiera” degli scopi scientifici.
Queste scelte purtroppo hanno portato ad una duplice conseguenza catastrofica. La prima e più ovvia è che la caccia è continuata, venendo per fortuna limitata solo a questi tre Stati; la seconda è che essi si sono autoregolamentati, assegnandosi in maniera del tutto arbitrale un numero di cetacei da catturare ogni anno. Siccome questa situazione stava diventando insostenibile, la Commissione baleniera internazionale (Iwc) ha proposto di legalizzare la caccia alle balene, ma con forti limiti.
La biodiversità esiste anche ai Poli ed è maggiore che da noi
L’incredibile scoperta è stata fatta recentemente studiando le rotte dei pesci che transitavano dal Polo Nord e Sud, ma anche durante lo studio diverse specie animali che, quasi per caso, venivano scoperte una dopo l’altra. Se diciamo “biodiversità“, l’immagine che subito ci viene in mente è quella delle varie foreste del mondo, da quella Amazzonica a quelle equatoriali, in cui migliaia di specie viventi si dividono centinaia di migliaia di ettari di terreno.
E proprio questa abbondanza di vegetazione ci ha sempre fatto immaginare che la biodiversità fosse una prerogativa delle zone calde, e che nell’Artide ed Antartide non ci fossero che poche specie animali. Ed invece è esattamente il contrario. A dare la possibilità di una ricca abbondanza di vita è come sempre l’acqua, che permette ai due Poli opposti del nostro Pianeta di possedere addirittura 235 specie marine identiche ad 11 mila km di distanza.
La mattanza delle balene alle isole Far Oer, fermiamo lo scempio
Di immagini crude che documentino la ferocia e la barbarie di cui è capace l’uomo contro le altre specie viventi ne abbiamo diffuse molte: dal massacro delle foche che si perpetua ogni anno in Canada, alla strage degli elefanti in Africa, alla mattanza delle tigri appese come maiali a testa in giù per rifornire il mercato alimentare esotico dei cinesi ricchi.
Oggi vogliamo denunciare un’altra efferata e insensata usanza che si ripete annualmente nelle isole Far Oer, in Danimarca: l’uccisione di centinaia di balene, arpionate e accoltellate in massa da decine di persone, accorse come per un rito, a quello che per loro è un giorno di festa, per i poveri mammiferi un giorno rosso di sangue, un eccidio brutale ed inspiegabile.
L’uomo nasce cacciatore, diranno alcuni, ed è normale che si pratichi la pesca, che si vada a caccia e che si cibi di altre specie viventi. Fin qua ci siamo. Ma come insegnavano gli indiani d’America, i primi veri ecologisti, non bisogna prendere più del necessario da Madre Natura, rispettando ogni animale, ogni pianta come fosse sacra, perché necessaria alla nostra sopravvivenza.
Uccidere gli elefanti per farne bacchette d’avorio, assassinare le tigri per servirle ad un nababbo in camera con la sua amante, massacrare tenerissimi cuccioli di foca per ricavarne pellicce per signore facoltose non è lo stesso che uccidere un orso, come facevano anticamente gli indiani, per ricavarne un cappotto per ripararsi dal gelido inverno.
Così come c’è un’enorme differenza tra pescare per la sussistenza di una popolazione e compiere un massacro scellerato per perpetuare una stupida tradizione.
Soppresso il balenottero che aveva scambiato un veliero per la mamma
Ricordate il cucciolo di balena di cui vi avevamo parlato qualche giorno fa? Il piccolo esemplare si era perso nelle acque di Sidney e aveva scambiato una barca per la
La balena che ha scelto una barca come mamma
Delle volte la Natura ha molta fantasia, e molto spesso anche tanta tenerezza. Questa storia, che sembra di più una favola, viene dall’Australia, e in particolare dalle splendide acque che