Che la Green economy e l’uso di procedimenti a basso impatto ambientale sia il futuro dell’economia italiana e mondiale è stato detto più volte, da associazioni ambientaliste, da indagini di mercato, dalla stessa politica, ad esempio con la Carbon Tax. Un incentivo a ridurre i consumi e limitare l’inquinamento delle industrie e delle imprese che operano in diversi settori della produzione, è possibile. Esempi virtuosi ci sono dati ogni giorno da piccole e medie società, ma dal 24 aprile ci sarà un altro strumento per valutare quali sono le imprese e le aziende più attente all’ambiente e all’ecologia, il Good Energy Award 2012.
aziende più ecologiche
Aziende eco-tecnologiche, è Google la più sostenibile
Valutando tre parametri di sostenibilità, Greenpeace ha voluto ordinare in una graduatoria le principali aziende di tecnologia per capire chi è più green e chi invece deve migliorare. In questa classifica con ben 21 partecipanti vince Google, grazie in particolar modo a delle politiche di salvaguardia del clima avviate ormai da anni e che non si fermano solo all’utilizzo delle rinnovabili, ma a tanti aspetti del vivere sostenibile che servono da esempio per le altre aziende e non solo.
E’ Lenovo l’azienda eco-tecnologica dell’anno
I primi risultati nella battaglia di Greenpeace all’inquinamento prodotto dagli oggetti tecnologici stanno arrivando. Cominciata nel 2006, la ricerca, nonché la pressione dell’associazione ambientalista sulle case produttrici, ha ottenuto di anno in anno dei risultati sempre migliori. L’ultimo aggiornamento, quello dello scorso anno, riportato anche su Ecologiae, riportava soltanto tre aziende virtuose (che raggiungevano appena la sufficienza) a livello mondiale, mentre tutte le altre si interessavano poco o per nulla dell’ambiente.
Ma l’ondata verde che ha colpito tutti i settori della nostra vita quotidiana ha contagiato anche loro, e i risultati di quest’anno sono incoraggianti. La ricerca si basa sull’uso di sostanze chimiche pericolose nei prodotti tecnologici come PVC, ritardanti di fiamma, berillio, ecc; sul consumo di energia elettrica, valutato rispetto allo standard Energy Star; sulla durata, capacità di riciclo e l’uso di materiale riciclato; sul periodo di garanzia e la valutazione dell’energia utilizzata durante la produzione. Un bel pò di criteri a cui non era facile rispondere positivamente.