Riscaldamento globale Luglio 2016

Riscaldamento globale, il luglio più caldo in 136 anni

Riscaldamento globale Luglio 2016
Ennesimo record in un 2016 che sembra ormai solidamente impostato per diventare uno degli anni più caldi della storia. Anche a luglio il progetto GISS della NASA ha rilevato una elevata anomalia termica su scala globale ritoccando al rialzo i valori limite già toccati nel 2015. Riscaldamento globale ed azioni transitorie sul clima del pianeta sommano ormai da molti mesi i relativi effetti generando una situazione tra le più anomale e caratteristiche da quando esistono dati sistematici e diffusi sulla temperatura.

abbassamento acque

Ambiente, nuove scoperte sul Mar Morto

abbassamento acqueIl Mar Morto, o mare del sale, come è chiamato in ebraico si trova tra il territorio di Israele e la Giordania. Da decenni si teme per la sua scomparsa dovuta all’innalzamento della temperatura terrestre ma una scoperta resa nota da un gruppo di ricercatori di Tel Aviv ha dimostrato che l’abbassamento del livello dell’acqua ha avuto dei precedenti nel tempo e forse non c’è da preoccuparsi. Gli studiosi dell’Università di Israele hanno scoperto che nel corso degli ultimi 200mila anni, il livello delle acque del Mar Morto si è abbassato e alzato costantemente, come spiega il ricercatore Zvi Ben-Avraham del Minerva Dead Sea Research Center

Studiando i livelli degli strati di sale, abbiamo scoperto che circa 120mila anni fa, durante un periodo interglaciale, il Mar Morto è arrivato vicino all’asciugarsi completamente.

riscaldamento terrestre

Riscaldamento globale, più malattie tra gli Inuit del Polo Nord

riscaldamento terrestreL’aumento della temperatura terrestre che ricordiamo è stimato tra 1,4 e 3 gradi entro il 2050 non mette a rischio solo gli animali e le piante, ma anche le piccole comunità che vivono nei pressi del circolo polare artico. Ci riferiamo agli Inuit del Polo Nord, ossia le popolazioni di eschimesi che popolano le fredde terre del Nord. Secondo la notizia apparsa sulla rivista scientifica EcoHealth, queste comunità sarebbero in pericolo a causa del proliferare di alcuni batteri che si riproducono con lo scioglimento dei ghiacci.

Temperature medie +4,2° C previste entro il 2100

Lo abbiamo sentito ripetere dagli esperti migliaia di volte: l’unico modo per evitare delle catastrofi ambientali molto gravi è che le temperature globali medie non salgano per più di 2° C. rispetto ad oggi. Il problema è che pare che le speranze di raggiungere questo obiettivo vadano assottigliandosi ogni giorno che passa.

In vista del prossimo round di negoziati sul clima che porteranno verso il COP16 di Cancun a fine anno, gli impegni sulla riduzione delle emissioni assunti nel quadro di Copenaghen si sono dimostrati così deboli che, se non venissero rafforzati, ci metterebbero su una traiettoria di aumento della temperatura fino a 4,2° C entro il 2100. La prima e più diretta conseguenza sarebbe la certezza della scomparsa delle barriere coralline a causa dell’acidificazione degli oceani. Ad affermarlo è un gruppo di scienziati europei (tedeschi, olandesi, svizzeri e danesi) che hanno pubblicato il loro studio nell’ultimo numero della rivista di divulgazione scientifica Environmental Research Letters.

Cambiamenti climatici, futuro a rischio per i meccanismi migratori dei pesci

In Europa, la maggior parte delle specie di pesci migratori che completano il loro ciclo tra il mare e il fiume sono attualmente in pericolo. Sebbene i programmi di recupero e salvaguardia siano stati avviati da tempo, il futuro nella distribuzione di queste specie può subire delle drastiche modifiche a causa dei cambiamenti climatici. Al Bordeaux Cemagref, gli scienziati hanno sviluppato dei modelli biogeografici per prevedere quale potrebbe essere la loro effettiva distribuzione nel 2100.

Lo studio dei pesci migratori è degno di nota in quanto per completare il loro ciclo vitale usano sia il mare che gli ambienti d’acqua dolce. A partire dal’ultima era glaciale 18.000 anni fa, questo ha permesso loro di colonizzare progressivamente tutta l’Europa. Tuttavia, la pesca eccessiva, lo sviluppo delle attività marittime e fluviali e il conseguente inquinamento delle acque hanno contribuito a far regredire le popolazioni di pesci migratori con il risultato che oggi la maggior parte di queste specie è in serio pericolo.

Allarme oceani, stanno crescendo più del previsto

L’avvertimento lo stanno dando sempre più scienziati in tutto il mondo. La crescita del livello dell’acqua degli oceani era prevedibile, a causa dello scioglimento dei ghiacciai, ma non in maniera così massiccia come quella che si sta verificando in questo momento.

E anche la temperatura non aiuta. Infatti anche il calore degli oceani è aumentato fino addirittura a raddoppiare negli ultimi 40 anni, mettendo a rischio centinaia di specie che rischiano l’estinzione, o per cui è già troppo tardi. A lanciare l’allarme sono i metereologi americani e australiani, che puntano il dito sul riscaldamento globale.