Solo un anno fa si è raggiunto il termine ultimo per la chiusura delle centrali nucleari (stabilito nel 2010) in Svezia. Questo provvedimento ha invertito decenni di vecchia politica nucleare, decidendo lo smantellamento dei 10 reattori nucleari attualmente in funzione. Non solo. Questo infatti sarà soltanto il primo passo verso l’eliminazione totale del nucleare dall’intero Paese, in quanto nel provvedimento si legge il chiaro no anche ai prossimi impianti di nuova generazione, del cosiddetto nucleare pulito.
La Svezia ha preso subito anche altre iniziative in favore dell’ambiente, dato che da Paese civile quale è si sente in dovere di dare l’esempio. Avrebbe infatti promesso contemporaneamente di aumentare le tasse sulle emissioni di carbonio, con l’intento di ridurre le emissioni del 40% rispetto ai livelli del 1990, entro il 2020, anche in settori non coperti dal sistema UE dello scambio delle emissioni. L’obiettivo finale sarà la totale indipendenza dal petrolio entro il 2050, ed un contemporaneo traguardo al 50% della dipendenza dalle rinnovabili già entro il 2020, anno in cui l’Italia, la nazione con più sole, più vento e più acqua di tutte ha già annunciato che sarà impossibile arriva nemmeno al 20%.
Nel lontano 1980 con un referendum, la maggioranza degli svedesi avevano chiesto l’eliminazione delle armi nucleari, ma da allora ogni governo ha provveduto a farlo senza la chiusura dei molti reattori (in un totale di 12 reattori, solo 2 sono stati chiusi). Forse saranno stati i due recenti incidenti nelle centrali nucleari svedesi, insieme a quelli accaduti in Francia, a far decidere di smantellare definitivamente le 10 centrali rimaste.
Ma ci sono anche alcuni motivi politici che hanno portato a questa decisione. La Svezia assumerà la presidenza dell’Unione europea in autunno ed è necessario avere una politica energetica coerente con le politiche dell’Unione Europea. L’intento in questo momento pare essere comunque mantenere alcune centrali in quanto la disponibilità di risorse energetiche non è sempre delle migliori, e almeno finché non si risolverà questa situazione, potrebbero affiancare le altre centrali, soprattutto eoliche. Ma Fredrik Dahlström dell’Agenzia per l’Energia la mette in questo modo:
La questione nucleare ha effetto su tutte le nostre decisioni energetiche. In Svezia è sempre il vento contro il nucleare. Ma il vento non può sostituire nucleare. Tuttavia, se vogliamo liberarci della CO2 si anche bisogno del vento, che fornirendo metà dell’energia totale, sarebbe un sollievo.
In definitiva le centrali nucleari verranno dismesse gradualmente fino al 50% della produzione di rinnovabili fino al 2020, e poi, nel caso in cui queste dovessero garantirsi più affidabili, il nucleare sparirebbe completamente. La cosa importante è vedere come uno Stato che da decenni è alimentato dall’atomo, non pensa minimamente a ricorrere al nucleare di nuova generazione. Questo è un importante spunto di riflessione anche per l’Italia.
Andrew 12 Giugno 2011 il 2:24 pm
Non è vero, questo articolo è una rilettura dei fatti molto molto distorta!