La Svizzera dice addio alle centrali nucleari. O forse sarebbe meglio dire che “dirà addio” alle centrali nucleari, visto che il referendum che segna la fine del nucleare è passato con il 58,2% e sancisce in definitivo addio della Svizzera a nuove centrali. Tutti gli investimenti futuri in energia punteranno sulle fonti rinnovabili.
Dunque non saranno più costruite centrali nuove e il voto a favore della Strategia Energetica 2050 significa che i cittadini hanno detto sì a un complesso piano del governo che punta, entro il 2050, ad aumentare l’elettricià prodotta da fonti rinnovabili e a ridurre sensibilmente i consumi individuali con l’obiettivo di proteggere l’ambiente. Entro il 2050 quindi saranno spente le centrali di Beznau, Mühleberg, Gösgen e Leibstad.
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Le previsioni per la vigilia del referendum davano il sì al 53% ma la soglia è stata ampiamente superata, con risultati estremamente netti per le città di Zurigo e Ginevra dove il consenso al referendum è arrivato al 60%. Si tratta di un passo storico perchè la Svizzera era stato il primo Paese al mondo ad affidarsi al nucleare ed è anche il Paese nel quale l’opinione pubblica non sempre è stata convinta dell’abbandono delle centrali.
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Adesso però viene la parte più complessa e sarà il momento di affrontare i problemi reali: come centrare l’obbietivo del 2050? Secondo L’Udc il traguardo comporterà un aumento delle tasse per i cittadini svizzeri e un forte aumento della spesa pubblica per incentivare le energie alternative e rimodernare gli impianti domestici, anche perchè la Svizzera punta ad alimentarsi con fonti «pulite» come eolico e solare, di cui però non sembra avere enormi disponibilità.
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Ma una cosa è certa, il referendum segna un drastico cambiamento verso una politica energetica moderna che tiene in considerazione l’ambiente. E’ una vittoria che in fondo ci auguriamo anche per altri Paesi Europei.