Svizzera, dopo l’allarme lanciato per la presenza del Cesio 137 nel Lago di Bienne, e la conseguente e prevedibile reazione di preoccupazione da parte dei cittadini svizzeri, l’autorità precisa: è normale che ci sia. Nel senso che tra centrali nucleari, laboratori medici e altro, si registrano picchi di cesio 137 di questo genere, nel lago di Bienne, ormai da mezzo secolo.
In Svizzera è nato il caso della contaminazione da Cesio 137 del lago di Bienne. La presenza dell’elemento tra i sedimenti del lago, tuttavia, è stata chiarita dall’IFSN, ovvero dall’Ispettorato Federale della Sicurezza Nucleare della Svizzera. Il chiarimento in questione è davvero curioso: in sostanza non si nega la presenza dell’elemento, né che la sua origine sia dovuta a centrali nucleari e a laboratori di ricerca, medica e non, o a industrie, ma che sostanzialmente tale presenza non deve preoccupare.
Il chiarimento risulta curioso perché con un candore piuttosto spiazzante l’IFSN ha chiarito che tali valori per il Cesio 137 si riscontrano nel lago ormai da mezzo secolo. Ci sono rilevazioni certificate nel 1963, nel 1976 e nel 1986, casi documentati della presenza dell’elemento, che testimonia il fatto che non si tratti di una perdita della centrale nucleare di Muehleberg, entrata in funzione nel 1971.
Quindi non ci sono pericoli di perdite o falle nella centrale. Ma il cesio 137 nel lago permane, portato anche da altri stati “per via aerea”. L’Ispettorato Federale della Sicurezza Nucleare ha precisato che dato che l’elemento radioattivo è fissato nei sedimenti del lago non c’è alcun pericolo per la popolazione, dato che non contamina l’acqua.
La scoperta è arrivata con uno studio dell’Università di Ginevra e ha trovato vasta eco con i giornali Le Matin Dimanche e SonntagsZeitung. Al di là delle spiegazioni dell’IFSN, che lasciano una certa inquietudine addosso, Greenpeace ha richiesto l’apertura di un’inchiesta alla procura del Canton Berna.
Photo credits | Sheri su Flickr