Un team di ricercatori dell’University of Texas di Dallas guidati dal professor Kyeongjiae “K.J.” Cho ha sviluppato un nuovo materiale per ridurre l’inquinamento generato dalle auto diesel: Noxicat il nome del materiale che, secondo le dichiarazioni dei ricercatori, intende porsi come un’alternativa decisamente più praticabile rispetto all’utilizzo del platino nelle stesse funzioni.
Se il platino si è dimostrato un efficacissimo metallo nell’ambito delle applicazioni tecnologiche ai motori diesel volte a contenerne gli scarichi inquinanti, il metallo è diventato sempre più caro in seguito allo scandalo delle condizioni di lavoro in Sud Africa, e da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha definito gli scarichi dei motori diesel come sostanze cancerogene la domanda per il platino ha subito un’ulteriore impennata, arrivando a sorpassare di gran lunga l’offerta. La Nanostellar, società co-fondata da parte dell’University of Texas e dello stesso professor Dr. Kyeongjiae “K.J.” Cho ha sostenuto con forza che il catalizzatore minerale da loro sviluppato e denominato Noxicat potrebbe effettivamente rappresentare un’alternativa al platino, molto più economica e quindi decisamente più praticabile anche sul lungo periodo.
Il Noxicat è, in sostanza, la versione artificiale del materiale noto come mullite (della famiglia minerale degli ossidi). Secondo il professore e il team della Nanostellar il Noxicat è in grado di limitare l’inquinamento delle auto con motore a diesel fino al 45 per cento in meno rispetto a quanto è possibile fare utilizzando il platino. Come si ricorderà, se da un lato i motori diesel si caratterizzano per una migliore efficienza nel consumo del carburante rispetto ai motori benzina, dall’altro lato gli scarichi diesel generano più ossido nitrico e biossido di azoto, sostanze note come NOx inquinanti. L’utilizzo del Noxicat è pensato appositamente per la riduzione di queste sostanze. Come ha dichiarato “K.J.” Cho la ricerca sfocierà presto nello sviluppo commerciale del Noxicat.
Photo Credits | kevin dooley su Flickr
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