Sono passati quasi due anni da quando
Almeno 1.600 tonnellate di gasolio e almeno 812 tonnellate di olio combustibile
venivano sversati nel fiume Lambro dalla Lombarda Petroli. Era la notte del 22-23 febbraio 2010, oggi i pm di Monza Emma Gambardella e Donata Costa chiudono l’indagine che ha visto cinque indagati per disastro ambientale e violazione della norma sul pagamento delle accise, tra cui gli amministratori delegati dell’azienda di Villasanta (Monza), Giuseppe e Rinaldo Tagliabue.
Lo sversamento di idrocarburi che ha causato il disastro ambientale sarebbe stato provocato dalla maggiore quantità di carburante e olio combustibile in uscita rispetto a quello in entrata, questo vuol dire per nascondere reati fiscali i fratelli Tagliabue hanno pensato bene di nascondere gli idrocarburi in eccesso nelle acque del fiume che scorre nei pressi di Monza. Le accise evase dai due titolari raggiungono la cifra di circa 5 milioni di euro, ma certo questi non serviranno a riportare in vita i pesci, i molluschi, gli uccelli e l’intero ecosistema fluviale distrutto. Lo smaltimento illecito avveniva anche nei pressi dello stabilimento in quanto, come si legge sull’avviso di chiusura indagini
Fingendo di coordinare i soccorsi [i due titolari della Lombarda Petroli] davano ordine agli operai intervenuti di versare acqua sugli idrocarburi presenti sul terreno con lo scopo di aumentare i quantitativi del prodotto disperso e far perdere le tracce degli ammanchi, così causando la tracimazione del prodotto.
I due fratelli sono imputati di disastro doloso, regolato dall’articolo 434 del codice penale, che prevede la reclusione fino a 12 anni. Oltre a loro vengono accusati due dipendenti dell’azienda per reato fiscali e anche il custode della struttura per omessa sorveglianza. Nel frattempo le società Brianzacque e Alsi che gestiscono la rete idrica di Monza e il depuratore della città hanno dichiarato che si costituiranno parte civile.
[Fonti: Ansa; Il Corriere della Sera]
[Photo Credit | Thinkstock]