Comincia a farsi sentire la politica dopo svariati appelli provenienti da diversi team di scienziati che notavano come gli stock ittici del Mediterraneo fossero a rischio. Così, appena prima di andare in vacanza, il Parlamento ha varato un provvedimento per il blocco temporaneo delle attività di pesca nei nostri mari. Si inizierà domani 1 agosto e fino al 30 settembre nel mar Adriatico, da Trieste al Sud della Puglia, per poi proseguire dal 1 al 29 ottobre nello Ionio e nel Tirreno.
La decisione, annunciata da Coldiretti ImpresaPesca, è dovuta al pericoloso calo delle riserve di pesci nei nostri mari, le quali si sono riversate sul crollo del pescato che, nei primi sei mesi di quest’anno ha fatto registrare un -50%. Una sorta di “anteprima” di ciò che potrebbe accadere tra qualche anno quando, continuando con la pesca intensiva a cui siamo abituati, questi numeri potrebbero anche aumentare.
Secondo il provvedimento, per i prossimi due mesi non si potrà più pescare nemmeno un’alice nel mar Adriatico, mentre nelle successive 8 settimane si potrà pescare solo dal lunedì al giovedì. Questo perché si spera che, con due mesi di pace, i pesci possano moltiplicarsi e dare vita ad una nuova riserva che garantisca a loro la sopravvivenza, e a noi un futuro certo in quanto a pesca, ma sempre fatta con tecniche sostenibili.
Se il fermo è una necessità per salvare il settore anche se dolorosa per le vacanze, con il venir meno del pesce dell’Adriatico che rappresenta la metà della produzione nazionale, per cittadini e turisti è alto il rischio di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto straniero, congelato, assieme a quello fresco Made in Italy proveniente dal Tirreno, dallo Ionio e dalle Isole. Dal pangasio del Mekong venduto come cernia, al polpo del Vietnam spacciato per nostrano ai gamberetti del Mozambico e cinesi ma anche l’halibut atlantico al posto delle sogliole. Da qui la richiesta di Coldiretti ImpresaPesca di estendere l’obbligo dell’etichetta d’origine, già vigente per il prodotto che si acquista nelle pescherie o direttamente dagli imprenditori, anche ai menu della ristorazione. Una vera e propria “carta del pesce”, con l’indicazione di dove è stato pescato quanto si porta in tavola
sostiene Impresapesca Coldiretti.
Frank 31 Luglio 2011 il 12:20 pm
Lo sanno tutti che fare il fermo biologico in quel periodo (agosto) serve solo per vendere il pesce surgelato ai pochi turisti in giro.. Per favorire la riproduzione ittica la pesca andrebbe fermata nei mesi di aprile/maggio, quando i pesci sono pieni di uova..
Paola 31 Luglio 2011 il 12:46 pm
si salvan solo la faccia con queste misure ridicole!
Ruth 1 Marzo 2017 il 2:08 am
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