Torniamo a parlare dell’emergenza rifiuti nel Meridione d’Italia. Dopo che le immagini di una Palermo sepolta dalla spazzatura avevano scosso l’opinione pubblica nazionale, puntando i riflettori su realtà di degrado sempre esistite e spesso taciute dai principali media italiani, venerdì scorso il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per i rifiuti in Sicilia, che si protrarrà fino al 31 dicembre 2012.
Il commissario scelto per gestire l’emergenza è Raffaele Lombardo, nominato dal Governo su sua espressa richiesta. Il governatore della Regione, entro sessanta giorni, dovrà definire un Piano rifiuti in accordo con la Protezione civile nazionale e che dovrà passare l’esame del Ministero dell’Ambiente.
Lombardo potrà avvalersi di tutte le deroghe del caso, ivi incluse la costruzione di nuove discariche o l’ampliamento temporaneo di quelle già esistenti e l’edificazione dei tanto discussi termovalorizzatori, se così vogliamo chiamarli, trattasi infatti spesso del nome che si dà a semplici inceneritori per non turbare la popolazione, solitamente ostile, e come darle torto, all’installazione di questo genere di impianti nei pressi di centri abitati, per via dei potenziali rischi per la salute. Ne sottolinea alcuni Greenpeace:
Molti degli inquinanti emessi come le diossine e i furani sono composti cancerogeni e altamente tossici. L’esposizione al cadmio può provocare patologie polmonari ed indurre tumori. Il mercurio, sotto forma di vapore, è dannoso al sistema nervoso centrale ed i suoi composti inorganici agiscono anche a basse concentrazioni.
Tra le altre misure, più nobili, che potrebbe avviare il governatore Lombardo trova spazio anche un ipotetico potenziamento della raccolta differenziata con l’obiettivo di raggiungere il 35% entro il 31 dicembre 2011, di cui almeno la metà destinata al riciclaggio.
Interventi che, si vocifera, il governo potrebbe coprire con i fondi Fas per circa 200 milioni di euro.
Tornando ai termovalorizzatori, il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo ha una visione discorde da Lombardo che, al momento, pare ne reputi sufficienti due da 200 mila tonnellate, uno da localizzarsi a Palermo ed uno a Milazzo. La Prestigiacomo, dal canto suo, ne vorrebbe invece tre sull’isola: uno a Palermo, uno in Sicilia orientale e uno al centro, da 500-600 mila tonnellate.
[Fonte: Corrierediragusa]
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