L’Associated Press ha recentemente riportato che almeno 27 dei 104 reattori nucleari in tutti gli Stati Uniti stanno perdendo i livelli potenzialmente pericolosi di trizio nelle acque sotterranee intorno agli impianti. La portata del problema è emersa dopo la recente scoperta di una perdita nello stabilimento di Vermont Yankee. Secondo l’AP, nuovi test hanno dimostrato che i livelli di trizio nei pozzi a Vernon, sono più di tre volte e mezzo sopra il livello di sicurezza federale.
Questo caso scoppia proprio quando il presidente Obama si ritrova a parlare di energia nucleare, invitando a “costruire una nuova generazione di centrali nucleari sicure e pulite”, e dopo lo stanziamento di oltre a 54,5 miliardi dollari destinati a progetti nucleari.
Vermont Yankee non è il primo caso di una centrale nucleare Usa che perde trizio, rivela l’articolo. Il primo caso risale al 1990, quando delle fughe si sono registrate nella centrale di Braidwood in Illinois, che ha contaminato i pozzi locali. L’impianto di Oyster Creek di Ocean County, New Jersey, è stato scoperto che perdeva trizio solo l’anno scorso, pochi giorni dopo l’approvazione del progetto della Exelon (proprietaria della centrale dell’Illinois), la quale ha vinto un’estensione della licenza per 20 anni.
La fonte delle fughe può essere dovuta a diverse cause, tra cui la corrosione delle tubazioni sotterranee, e la perdite nelle vasche di stoccaggio del combustibile esaurito. Vi è, tuttavia, qualche disaccordo sul rischio. La National Academy of Sciences ha concluso che qualsiasi quantità di radiazioni ionizzanti aumentano il rischio di cancro, ma la biologa Jacqueline Williams, che lavora presso l’Università di Rochester Medical Center, ha specificato che il rischio è minimo:
Qualcuno avrebbe dovuto bere molta acqua che avrebbe dovuto essere molto concentrata perché potesse fargli male.
Il portavoce del Nuclear Energy Institute, Steve Kerekes, ha anche aggiunto che non può essere motivo di preoccupazione:
Si tratta di impianti industriali, e qualsiasi impianto industriale di volta in volta avrà problemi con le attrezzature. Non tutti gli aspetti operativi arrivano al livello di essere un problema di sicurezza.
Sarà, ma quando un problema “operativo” è in realtà materiale radioattivo che può entrare nelle acque sotterranee, credo non si possa paragonare ai generici “problemi” che una qualsiasi struttura può avere. E mentre la salute umana è un problema enorme, in ogni caso legato alla contaminazione radioattiva, non dimentichiamo che le fughe hanno effetto anche sugli ecosistemi locali, sulla fauna selvatica locale, e sulle particolarmente vulnerabili specie acquatiche. Ma soprattutto, se negli Stati Uniti una centrale su 4 ha fughe radioattive, immaginate cosa può succedere alle centrali costruite “all’italiana“?
Fonte: [Treehugger]
Armando 7 Febbraio 2010 il 12:56 pm
Questo è uno dei tanti esempi della reale situazione del nucleare nel mondo. Consiglio il testo: “Il nucleare impossibile” – A cura di Bettini e Nebbia