Esiste una specie di squalo chiamato “squalo del reef“, che può essere pinna bianca, grigia o nera, più altre sottospecie, ma che tra un po’ rischia di non essere in nessuno dei tre modi. Infatti, almeno nelle acque del Pacifico, è quasi scomparso del tutto. Per la precisione, secondo l’ultima rilevazione effettuata dalla Rosenstiel School of Marine & Atmospheric Science dell’Università di Miami, il 90% della popolazione che viveva nei pressi delle isole abitate ormai non esiste più.
Lo studio è stato il primo a fornire una stima accurata di tutte le specie dello squalo del reef che vivono nel Pacifico, e che ricordiamo vive anche nell’Oceano Indiano, motivo per cui non è considerato ancora in pericolo grave. Secondo l’analisi di Marc Nadon, a capo della ricerca, questo risultato dimostra che uomini e squali non possono coesistere.
La colpa infatti è come sempre dell’uomo la cui attività ha un effetto devastante sulla barriera corallina. Non a caso le specie di squali che non dipendono dalle scogliere, come ad esempio gli squali martello, non hanno subìto forti contraccolpi. Lo stesso purtroppo non si può dire delle specie del reef che in queste aree, sia quelle più affollate che in quelle poco popolate, sono meno del 10% rispetto ai dati storici.
Inoltre, a parte l’effetto indiretto sulla barriera corallina, a mettere in pericolo gli squali, questa volta tutti, ci sarebbero anche la pesca illegale e le uccisioni accidentali legate allo sport come le attività di diving o le regate.
I nostri risultati sottolineano l’importanza del monitoraggio a lungo termine attraverso gradienti di impatti umani, biogeografici, e le condizioni oceaniche, per capire come gli esseri umani stanno alterando i nostri oceani
ha concluso Rusty Brainard, capo della divisione ecosistema della barriera corallina al NOAA Pacific Islands Fisheries Science Center che ha condotto le indagini.
[Fonte: Livescience]
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