Se non sprecassimo tutto il cibo che gettiamo, l’Italia sarebbe più ricca di un valore quantificabile in circa il 3% del PIL. Nella giornata conclusiva dell’iniziativa europea contro gli sprechi alimentari, che ha visto manifestazioni un po’ in tutti i Paesi Ue, a Bologna si è tenuto il meeting finale, con tanto di “pasto con avanzi” conclusivo.
I dati presentati nell’incontro fanno rabbrividire. Con tutto il cibo che gli italiani gettano nella pattumiera ogni anno potremmo sfamare 44,5 milioni di persone, quanto l’intera popolazione della Spagna o anche quasi un’altra Italia. Nel dossier presentato da Luca Falasconi e Andrea Segrè per Last Minute Market, i numeri sono chiari: il 3% del Prodotto Interno Lordo viene sprecato, tre volte la spesa degli investimenti correnti nell’innovazione.
Gli sprechi maggiori però non avvengono solo a tavola, ma anche nella gestione della filiera alimentare lasciata molto spesso nelle mani di persone poco attente. Nei campi agricoli infatti rimane a marcire una quantità di derrate alimentari pari a tre miliardi e settecento milioni di euro, a cui si aggiungono 1,8 miliardi di sprechi industriali, centinaia di tonnellate di carne gettata, 105 milioni di metri cubi di acqua sprecata, 7.920 ettari di terreno sfruttati inutilmente, quasi un miliardo di euro di sprechi nella distribuzione, e soprattutto l’immissione inutile di nove milioni e mezzo di tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera.
Numeri che fanno pensare a come sarebbe possibile arricchire la comunità (585 euro in più a famiglia) e ridurre enormemente il problema della fame nel mondo (27 kg in più di cibo a disposizione di ogni persona) con una corretta gestione delle risorse. Il Parlamento Europeo ha proposto che il prossimo anno, il 2011, sia l’anno dedicato alla lotta contro gli sprechi alimentari, in modo che almeno una parte di questa vergogna possa finire.
Nel frattempo, finché la politica non si decida a fare qualcosa, l’Andid (Associazione nazionale dietisti) ha presentato le sue proposte che tutti possiamo fare nostre per evitare o almeno ridurre gli sprechi. La maggior parte di queste riguardano il semplice buon senso come fare acquisti sobri senza strafare, seguire una dieta sana, preferire cibi naturali e locali, a filiera corta o direttamente dal produttore, e prodotti a basso impatto ambientale, imballaggi compresi; preferire l’acqua del rubinetto e fare attenzione alla conservazione e alla preparazione dei cibi. Una buona abitudine che l’Andid consiglia di seguire è fare la lista della spesa prima di recarci al supermercato, così da non cadere in tentazione acquistando cibi che non mangeremo mai, e soprattutto non gettare il cibo non consumato, ma imparare a sfruttarlo consumandolo in un secondo momento o utilizzandolo come fertilizzante per le piante.
[Fonti: Repubblica; Adnkronos]
Klara 1 Marzo 2017 il 2:48 am
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