Vi ricordate lo spot in cui un uomo giocava a scacchi contro se stesso, ponendosi dubbi sul nucleare? Stiamo parlando della pubblicità del Forum sul nucleare, ma soprattutto di uno spot che non vedremo più in televisione. L’istituto dell’autodisciplina pubblicitaria ha bollato come ingannevole lo spot, e per questo ha deciso che non andrà più in onda.
Come si erano espressi Chicco Testa e gli altri responsabili dello spot, la finalità era di far conoscere l’esistenza di questo forum su internet in cui veniva riaperto il dibattito, chiuso da oltre 20 anni, sulla possibilità o meno del ritorno al nucleare. Dovevano in teoria incontrarsi persone pro e persone contro per scambiarsi le idee, ma come più volte denunciato da Greenpeace ed anche su queste pagine, in realtà si trattava di una sorta di “trappola” per gli anti-nuclearisti che, coinvolti nel dibattito con persone pro-nucleare, dovevano essere a tutti i costi convinte della bontà del ritorno all’atomo.
La definizione più precisa la dà il senatore del Partito Democratico Roberto Della Seta che ha spiegato:
Bocciati i furbetti del nucleare, che sotto le mentite spoglie di una pubblicità informativa hanno cercato di manipolare l’opinione pubblica su un tema che ha invece bisogno di un’informazione equilibrata e approfondita.
Il Giurì dell’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria ha così accolto il ricorso del Pd e di Greenpeace con questa motivazione:
La pubblicità del Forum nucleare italiano non è conforme agli articoli 2 e 46 del Codice di Autodisciplina della comunicazione e se ne ordina pertanto la cessazione, perché si tratta di una pubblicità ingannevole.
Gli autori dello spot si difendono affermando che una reclame molto simile era andata in onda in Belgio, anche lì messa alla sbarra, ma assolta in quanto considerata corretta. Lo stesso non accadrà in Italia, forse perché si è scoperto che dietro il Forum c’era un finanziamento derivante dalle maggiori aziende energetiche interessate al ritorno al nucleare (Enel, Edf, Ansaldo Nucleare, E.On Italia, giusto per citarne alcune), e dunque si intuisce quanto poco equilibrato potesse essere il giudizio sul tema.
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