Nel corso degli anni abbiamo imparato a sentir spesso parlare di problemi ambientali: l’aumento dello smog, l’emergenza climatica, l’inquinamento e così via. Siamo consapevoli ormai che stiamo inquinando troppo questa nostra grande casa verde, tutti abbiamo più o meno consapevolezza di quanto sia drammatico anche ad esempio il problema della plastica che non si riesce a smaltire mai del tutto poiché quest’ultima si sfalda in parti piccolissime e irrecuperabili in mare, nell’atmosfera, ovunque.
La sfida che ci si para davanti ora è come invertire il senso di marcia, cambiare le nostre abitudini magari ed aguzzare l’ingegno per cercare strategie risolutive e c’è sempre stato un veicolo eccezionale per far arrivare messaggi importanti: lo sport!
Lo sport è sempre stato vettore di pensieri importanti, messaggi e comunicazioni di rilievo pensiamo a temi come razzismo, uguaglianza gi genere e così via.
E forse è proprio da qui che dovremmo partire: lo sport infatti è in grado di usare una lingua universale che promuove il benessere fisico e mentale, garantisce una vita sana e spinge la crescita economica dei Paesi.
Tutto ciò che ruota attorno allo sport infatti genera grandi giri d’affari (atleti, preparatori, spettatori, organizzatori, scommesse sportive ecc) quindi creando conseguentemente posti di lavoro, fondamentale nella cultura sociale e familiare è anche un mezzo e valido sostegno anche nell’educazione dei figli.
Lo sport da sempre minimizzato le disuguaglianze, è gran promotore di modelli di vita sostenibili e ci spinge al progresso.
Persino l’ONU con i suoi obbiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere elencati nella famosa agenda 2030 sostiene il potere e il ruolo che lo sport ha in tutto il mondo.
Lo sport è il primo promotore di vita sostenibile e di pratiche sane che si mostra come un canale privilegiato per insegnare e proporre modelli sostenibili.
La buona notizia è che in giro per il mondo sono già reali alcune strutture sportive che si impegnano sulla sostenibilità.
Qualche esempio lo fornisce il Real Madrid che si allena per esempio solo su dei campi (11 campi artificiali) che posseggono un manto erboso che non necessita di irrigazione.
Ad Amsterdam lo stadio con i suoi 4000 pannelli solari, una turbina eolica ed un sistema di accumulo non solo sono autosufficienti, ma producono energia anche per le abitazioni limitrofe.
In Germania si devono rispettare molti standard per consumare meno energia possibile, poca acqua e per la gestione dello smaltimento dei rifiuti all’interno delle strutture sportive che si intendono costruire.
La FIFA utilizza invece le sue competizioni per sensibilizzare sui temi come cambiamento climatico, rifiuti energia e acqua, si impegna a ridurre le emissioni del 50% entro il 2030, NET zero entro il 2040.
In tal proposito Gianni Infantino, presidente Federazione FIFA: “È un momento critico, cruciale. Il cambiamento dei modelli meteorologici sta influenzando l’ambiente e la sua biodiversità, la sicurezza alimentare e l’accesso all’acqua potabile, come anche la salute e il benessere degli individui. Dopo l’elezione a presidente FIFA nel 2016, la Federazione è diventata la prima organizzazione internazionale sportiva ad aderire alla campagna UNFCCC Climate Neutral Now delle Nazioni Unite, impegnandosi a misurare, ridurre e compensare le emissioni di gas serra associate alle FIFA World Cup”.
Anche la UEFA, la Federazione calcio europea, ha implementato una sua Strategia di Sostenibilità del Calcio 2030: la Strength through Unity che mira a ispirare, attivare e accelerare l’azione collettiva verso il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente nel contesto del calcio europeo fino al 2030.
Nel 2017 l’UNESCO ha reso operativo il Piano di Kazan, un accordo globale che unisce le politiche sportive e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. La pratica dello sport interviene infatti su molti degli obiettivi fissati: garantisce una vita sana e promuove il benessere, un’istruzione di qualità, uguaglianza di genere, promuove la crescita economica e il lavoro dignitoso, riduce le disuguaglianze tra i Paesi, rende le città resilienti, sicure e sostenibili e, infine, promuove le società pacifiche.
È dunque chiaro che la nostra società non può non vedere o esser sorda rispetto alle diverse richieste d’aiuto della Terra e così come le diverse organizzazioni e istituzioni che abbiamo visto coi loro esempi virtuosi si sperano possano essere, assieme allo sport, ancora una volta promotori di un cambiamento importante per il nostro futuro.