Operatori balneari a parte, il provvedimento del Governo che dà in concessione per 90 anni le spiagge ai privati non è piaciuto a nessuno. A parte le polemiche di associazioni ambientaliste e opposizione, che rientrano nel gioco delle parti, oggi a scendere in campo è persino l’Unione Europea che, senza mezzi termini, afferma che se i proclami del Governo fossero attuati, verrebbe aperta una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. Una delle tante.
La scelta di Tremonti di “affittare”, come lui ha definito, le spiagge italiane per un periodo così lungo infatti va contro qualsiasi regola comunitaria di libera concorrenza. In particolare l’Unione contesta due aspetti del provvedimento: l’eccessiva lunghezza e la possibilità di rinnovo automatico della concessione, il quale però non è ancora stato completamente chiarito.
Secondo le regole europee infatti una concessione non può essere automaticamente rinnovata sempre allo stesso soggetto senza passare per un regime di libera concorrenza, in cui anche altri soggetti possono rientrare. Per questo le concessioni annuali erano entrate nel mirino della commissione, mentre altre concessioni marittime rinnovabili automaticamente ogni 6 anni, presenti nella legislazione italiana prima di questa novità, hanno già fatto scattare una procedura d’infrazione nei nostri confronti.
Una multa potrà essere evitata se, nel decreto sviluppo, Tremonti aggiungerà la clausola che, alla scadenza, le licenze non saranno rinnovate automaticamente. Intanto, però, quella sulla lunghezza sarà inevitabile. Ma siccome al Governo abbiamo una squadra di geni, ecco che l’ennesimo autogol viene realizzato, questa volta dal Ministro dell’Ambiente Prestigiacomo che, nel tentativo di difendere un provvedimento che, dal punto di vista ambientale, è indifendibile, ha dichiarato:
non si tratta affatto di una svendita. Non abbiamo assolutamente regalato le spiagge ai privati. Abbiamo fatto una norma di tutela del nostro territorio per evitare che vengano a occupare le nostre spiagge imprese straniere laddove abbiamo una tradizione e una presenza storica di operatori italiani.
In altre parole c’è stata una palese violazione della norma comunitaria sulla libera concorrenza che dichiaratamente è volta a tutelare gli interessi degli imprenditori italiani, avvantaggiati così anche nei confronti di altre imprese comunitarie che, secondo le regole europee, dovrebbero essere messe sullo stesso piano. Probabilmente un’altra multa salata non ce la toglie nessuno.
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zippo rocco 9 Maggio 2011 il 2:53 pm
Io penso che la percentuale delle spiaggie libere va aumentata con una legge dello Stato, come sulle spiaggie francesi.
Altrimenti ci saranno sempre dei sindaci senza scrupoli che concedono a privati prima, cementificano subito dopo e si fanno poi condonare dalla stessa amministrazione comunale l’eventuale costruzione.
A titolo di esempio prendiamo la città di Anzio dove il lungo mare è deturpato da costruzioni abusive che nel tempo sono state condonate e poi guardate Cannes o Nizza dove si può passeggiare sul lungo mare senza che nessuna costruzione privata rompa il paesaggio.
Si tratta di un patrimonio inestimabile che va preservato e concesso a turno (con bando di gara) a persone irreprensibili.
Paola 9 Maggio 2011 il 4:54 pm
sono d’accordo con te!