Esistono già alcuni metodi ben consolidati che utilizziamo per determinare lo stato di salute delle specie. A stabilire quello ufficiale è l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, che ha redatto la famosa Lista Rossa in cui sono elencate le specie più in pericolo. Ma è abbastanza per sapere se una specie è vulnerabile, in pericolo, in pericolo critico, e così via?
Potrebbe non essere utile, agli scopi della conservazione, conoscere soltanto il grado di rischio che una specie corre per poterla salvare dall’estinzione. Per questo Un gruppo di ricercatori sta cercando di stilare un nuovo metodo, denominato “Safe into Action”, per andare oltre la classica lista.
I ricercatori hanno sviluppato un nuovo metodo per prevedere quanto vicine le specie siano all’estinzione. Soprannominato SAFE (Capacità di prevenire l’estinzione della specie) i ricercatori ritengono che il nuovo strumento dovrebbe aiutare gli ambientalisti a scegliere su quale specie concentrarsi nel tentativo di salvarla e quelle che, sicuramente tra le polemiche, è il caso di abbandonare al proprio destino.
L’idea è abbastanza semplice: è la distanza di una popolazione è (in termini di abbondanza) dalla sua dimensione minima vitale. Abbiamo cercato di elaborare una formula per risolvere il problema, ma c’è più di una semplice formula. Abbiamo dimostrato che SAFE è il miglior predittore della vulnerabilità delle specie di mammiferi in via d’estinzione
ha spiegato a Mongabay il co-autore dello studio, professor Corey Bradshaw, direttore dell’Ecological Modeling presso l’Università di Adelaide Environment Institute. Il nuovo metodo non è destinato a sostituire la Lista Rossa IUCN, ma semplicemente applica un nuovo metodo per tentare di salvare il salvabile.
E la verità è che, anche se può sembrare crudele, non essendoci abbastanza fondi e capacità di salvare tutte le specie in pericolo, potrebbe rivelarsi uno strumento necessario almeno per tentare di salvare quegli animali che ancora hanno una speranza.
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[Fonte: Treehugger]