Il British Antarctic Survey (BAS) ha recentemente presentato i risultati del censimento sulla sua vita marina in Antartide in una riunione della American Association for the Advancement of Science. Il censimento serve a documentare la diversità della vita marina nelle acque antartiche ed il modo in cui sta cambiando in risposta al cambiamento climatico.
Il biologo marino Huw Griffiths del British Antarctic Survey ha guidato questa ricerca internazionale, ed ha censito più di 6.000 specie diverse che vivono in quest’area. Il primo dato che dovrebbe far riflettere è che tra quelle specie che sono state individuate finora, più della metà sono uniche, cioè vivono solamente nel continente ghiacciato. Una combinazione di studi di monitoraggio a lungo termine di recente ha raccolto informazioni sulla distribuzione della vita marina e dei modelli di riscaldamento globale oceanico, consentendo agli scienziati di individuare nell’Antartide marino i “punti caldi di biodiversità“.
Griffiths descrive come le popolazioni di krill (invertebrati simili ai gamberetti che sono cibo per pinguini, balene e foche) si stanno riducendo a causa di una diminuzione del ghiaccio marino. Un crostaceo molto più piccolo (copepodi) domina l’area un tempo occupata da loro. Questo sposta l’equilibrio della catena alimentare in favore dei predatori, come le meduse, che non sono mangiate dai pinguini e altri predatori superiori. La riduzione del ghiaccio sta anche influenzando le razze dei pinguini stessi.
Le regioni polari sono tra i luoghi di più veloce riscaldamento della Terra e le previsioni suggeriscono che in futuro vedremo temperature della superficie del mare innalzarsi, l’acidificazione degli oceani in aumento e la riduzione del ghiaccio marino invernale, tutte [condizioni] che hanno un effetto diretto sulla vita marina
ha spiegato nella sua relazione Griffiths, il quale conclude:
Gli animali marini speso milioni di anni per adeguarsi al freddo, alla stabilità delle condizioni delle acque antartiche e sono altamente sensibili alle variazioni. Ciò significa che dal punto di vista dello scienziato sono eccellenti indicatori dei cambiamenti ambientali. Gli oceani polari sono ricchi di biodiversità. Se le specie non fossero in grado di spostarsi o adattarsi alle nuove condizioni che potrebbero accadere, si estingueranno. La perdita di una specie unica è quindi una perdita di biodiversità a livello mondiale.
Fonte: [Enn]
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