Le specie aliene invasive, si sa, rappresentano una minaccia molto grave per gli ecosistemi locali in cui vanno a inserirsi. L’UE nonostante l’importanza della questione sia nota non ha ancora un sistema d’allarme che permetta di intervenire in maniera tempestiva: ora l’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea chiede di porre rimedio a questa mancanza con la massima urgenza.
L’UE non è in grado di intervenire con prontezza quando una specie invasiva si stabilizza e riproduce in un habitat per il quale può avere effetti distruttivi. A denunciarlo l’ultimo rapporto dell’Aea, l’Agenzia Europea dell’Ambiente, intitolato “Late Lessons from Early Warnings, volume 2”. Allo studio ha partecipato Piero Genovesi dell’Ispra, che di recente ha dichiarato
L’anello debole in Europa è la risposta rapida, passano anni prima che si decida come agire. […] I sistemi di allerta sono importanti: servirebbero le liste di specie invasive presenti e di quelle che possono arrivare. Su questo fronte in Italia sta lavorando l’Ispra, con dati distributivi più precisi rispetto a quelli raccolti a livello europeo.
Purtroppo della lentezza da parte dell’UE nel rispondere alle emergenze legate alle specie invasive non mancano gli esempi, come quello della Caulerpa Taxifolia, alga per il quale la Francia lanciò l’allarme nel 1984, e che data l’impreparazione dell’UE ad affrontare simili problemi si era espansa fino a coprire oltre 3 ettari di acque tra territorio francese e italiano già nel 1990, per poi arrivare a 1500 ettari nel ’94. Un caso correlato anche alla grande riduzione delle prateria della nostra Posidonia Oceanica, autentico polmone del Mediterraneo. Le specie invasive, le specie aliene, possono rappresentare minacce gravissime per gli ecosistemi e ciò è noto da moltissimo tempo. Basta “paralisi da analisi” chiede Genovesi, basta con questa mancanza di prontezza. Serve una svolta a livello europeo che deve cominciare con la creazione di un sistema d’allarme rapido e tempestivo.
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