Dopo il successo nella messa al bando del BPA, questa settimana l’Unione Europea ha proposto di aggiungere sette sostanze chimiche all’elenco delle sostanze estremamente pericolose (SVHC). L’aggiunta di una sostanza chimica alla lista SVHC permette di bandirla dal mercato, a meno che non sia dimostrato che i rischi siano adeguatamente controllati, oppure se la sostituzione non sia fattibile ed i benefici socio-economici derivanti dalla sostanza giustifichino il rischio.
L’Agenzia europea delle sostanze chimiche metterà sotto osservazione le sostanze fino al 7 aprile 2011 prima di agire nell’iscrizione nell’elenco delle sostanze estremamente pericolose. Di seguito la lista.
2-etossietile acetato, o 2-SEE: il 2-SEE è un acetato etere glicolico che si unisce al EGME (2-Metossietanolo) ed EGEE (2-Etossietanolo) nella lista degli eteri glicolici dai rischi molto elevati a causa dei potenziali danni alla capacità riproduttiva e nello sviluppo del nascituro. A causa della sua qualificazione come tossina riproduttiva, il 2-SEE non sia stato più fabbricato nella UE dal 1996, e l’importazione legale è stata interrotta nel 2002, anno in cui si registra l’ultimo acquisto. Già oggi nessuna società ha il permesso di importare importi superiori alla tonnellata ogni anno. Ora si chiede una nuova classificazione e delle etichettature, oltre alla riduzione delle quantità importabili dalle aziende.
Cromato di stronzio: è un pigmento giallo che è anche un inibitore della corrosione, utilizzato soprattutto per le applicazioni aerospaziali, ma anche come rivestimento degli edifici e dei veicoli. Sono state riscontrate proprietà cancerogene in quasi tutti i composti di cromo esavalente. Circa il 15% (900-2000 tonnellate) della produzione mondiale stimata è usato nell’Unione europea. La pericolosità deriva dalla perdita di aderenza e dalla desquamazione del prodotto che può portare al suo rilascio nel trattamento al fine del ciclo di vita, se non trattato correttamente.
Acido 1,2-benzendicarbossilico, di-C7-11-ramificati e alchil esteri lineari (DHNUP): questo prodotto chimico appartiene alla classe dei plastificanti noti come “ftalati”. L’Unione europea chiede solo una migliore segnalazione dei suoi usi, dato che oggi non è facile capire quando viene utilizzato. Il suo impiego principale è nei rivestimenti dei cavi elettrici e di comunicazione, ma può anche essere utilizzato in prodotti finiti contenenti cloruri di polivinile (PVC) o in schiuma, in sigillanti e adesivi per auto e bagagli. Il suo effetto è potenzialmente dannoso sia per la fertilità che per la salute dei neonati.
Idrazina: questo prodotto chimico cancerogeno trova ampio utilizzo nelle sintesi chimiche, che si basano sulla capacità di questo potente agente riducente di forzare i prodotti chimici organici a reagire. L’idrazina è per lo più utilizzata in resine poliuretaniche, ma il suo utilizzo, almeno in Europa, è molto raro. Altri usi sono l’inibizione della corrosione, la placcatura sulle materie plastiche, e come propellente per razzi. L’idrazina sarà difficile da sostituire, specialmente come inibitore della corrosione nei sistemi di raffreddamento ad acqua, per esempio nelle centrali nucleari o nelle applicazioni industriali dell’acciaio o la fabbricazione della carta. Queste industrie già oggi controllano i rischi riducendo al minimo le concentrazioni usate, ma sarà difficile che smettano di usarla completamente.
1-metil-2-pirrolidone: utilizzato soprattutto nelle vernici professionali o come sgrassante, silicio per l’industria elettronica, produzione di pesticidi e di prodotti petrolchimici, può penetrare facilmente attraverso la pelle. Da quando si è scoperto, a fine 2010, il pericolo che può far correre specialmente al feto, è stata resa illegale la vendita della sostanza chimica in prodotti di consumo generale in concentrazioni superiori allo 0,1%, e il suo uso è stato vietato anche nei prodotti cosmetici. Anche qui, nonostante la riduzione del suo utilizzo, la sostituzione sarà molto difficile.
1,2,3-tricloropropano (1,2,3-TCP): questo solvente clorato può causare il cancro e danneggiare la fertilità. Si tratta di un sottoprodotto della fabbricazione di epicloridrina nella produzione di alimenti e bevande, in fumiganti, e come aiuto per la trivellazione di pozzi. Il pericolo maggiore è che potenzialmente può contaminare l’acqua potabile. Nessun dato indica che questi usi continuano nella UE, ma l’iscrizione nell’elenco potrebbero eliminarli del tutto.
Acido 1,2-benzendicarbossilico, di-C6-8-ramificati, C7-ricchi (DIHP): i dati OCSE del 2005 indicano che la sostanza, per la quale già oggi sono possibili dei sostituti, è stata prodotta a livello globale in quantità comprese tra 20.000 e 200.000 tonnellate. Si tratta di un plastificante ftalato utilizzato principalmente nella realizzazione di pavimenti in vinile e modanatura. Dopo aver scoperto il rischio che corre il feto esposto a questa sostanza, nella UE il suo utilizzo è stato in gran parte sospeso. Qui non viene più fabbricato, e con l’iscrizione nella lista si spera di fermarne anche l’importazione.
E poi c’è il dicloruro di cobalto che era stato già identificato come SVHC nel 2008. L’Ue potrebbe aggiungere anche questo alla lista in quanto si tratta di un potenziale cancerogeno e agente mutageno utilizzato quasi esclusivamente in ambienti industriali altamente controllati come materia prima per la fabbricazione di altri prodotti chimici che però non era stato aggiunto a tempo debito.
[Fonte: Treehugger]
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