Si sente spesso dire che le rinnovabili non possono decollare perché, a parità di produzione, un chilowatt ad esempio di solare costa più di uno di nucleare. Ma a questo punto le domande che sorgono sono tante, e la principale è: allora perché in tutto il mondo privati e Governi stanno puntando sulle energie rinnovabili? Ovviamente non sono tutti impazziti e non lo fanno perché si sono improvvisamente trasformati in figli dei fiori, ma soltanto perché sanno che, investendo oggi, avranno un vantaggio economico domani.
Il passaggio alle energie rinnovabili viene oggi favorito nel mondo Occidentale (e non solo), da una politica di aiuti economici per quelle imprese o quelle persone che decidono di investire in questo campo. Ciò avviene perchè, trattandosi di tecnologie nuove, sono piuttosto costose, e senza questi aiuti non verrebbero mai vendute. Ma a lungo andare, per una semplice legge di mercato, a furia di vendere questi prodotti, il costo si abbasserà. Inoltre i nuovi pannelli sono sempre più efficienti, e così un fisico che si occupa di rinnovabili ha calcolato che arriveremo all’anno 2018, soltanto fra poco più 6 anni, a poter dimostrare come l’energia solare costerà meno di quella fossile, sia che provenga dal carbone che dal nucleare, e persino dal gas che oggi va molto “di moda”.
Il fisico che ha teorizzato questo sorpasso si chiama Kees van der Leun, è uno scienziato olandese che ha proposto un semplice esempio: per dimezzare il costo dell’energia solare (che è costante negli anni, visto che non subisce inflazione e non rischia di finire) ci vuole un raddoppio dell’energia prodotta al livello mondiale. Tradotto significa che se oggi nel mondo ci sono 40 Gw di potenza installata, quando ce ne saranno 80 il costo di un kw di solare si sarà dimezzato.
Ma per ottenere risultati migliori dei combustibili fossili, il solare ha bisogno di tre raddoppiamenti, dunque il secondo dovrebbe portare a 160 Gw ed il terzo a 320. A questa soglia il costo del solare risulterà più basso e, calcolando pessimisticamente un tasso di crescita dimezzato rispetto a quello di oggi (che però potrebbe persino aumentare in futuro), questi tre raddoppiamenti si potranno ottenere entro il 2018. L’unico rischio sarebbe rappresentato dall’eliminazione degli incentivi statali alla costruzione di questi impianti, ma trattandosi di un tempo così breve, meno di 7 anni, probabilmente potremmo fare in tempo a sfruttarli.
[Fonte: Treehugger]
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