Quanto ci vuole a costruire una centrale fotovoltaica? A guardare quello che è successo in Val Sabbia, vicino Brescia, appena tre mesi. E non una centrale piccola, ma una delle più grandi d’Europa. Basta solo tanto lavoro e forza di volontà.
Ci raccontano quest’impresa i rappresentanti della comunità montana in un’intervista al Corriere della Sera, in cui dimostrano come sia possibile costruire dal nulla un capolavoro di utilità, ma anche di bellezza. Un aspetto che i costruttori tengono a sottolineare è che, nonostante sia molto estesa (oltre 24 mila pannelli che coprono 38.438 metri quadrati), quasi non si nota a guardarla da lontano.
I progettisti infatti sono stati disposti, per non deturpare il paesaggio, ad attuare una inclinazione di appena 10 gradi, perdendo il 5-6% di resa, ottenendo però in cambio un capolavoro architettonico che permette a questa immensa distesa di pannelli di assomigliare ad un lago. Il “racconto” della storia lo fa il consigliere provinciale e sindaco di Provaglio Ermano Pasini, il quale spiega che l’idea è venuta nel giugno scorso quando si è saputo dei finanziamenti statali sulle rinnovabili. Nell’arco dei successivi 3 mesi sono arrivate le necessarie autorizzazioni, e così a settembre sono partiti i lavori.
Non ce l’avremmo mai fatta senza quegli operai, quei tecnici, quei manovali sardi. Erano un centinaio. Hanno lavorato come pazzi anche di notte, con i fari. Perfino la vigilia di Natale, hanno lavorato
spiega l’architetto Antonio Rubagotti che il 28 dicembre ha dichiarato ultimato l’impianto. Al netto dei finanziamenti statali, il mutuo richiesto alla Banca Cooperativa Valsabbina è stato di 23 milioni di euro, ma ora che l’impianto è allacciato alla rete si calcola sia in grado di produrre un ricavato di 5 milioni di euro l’anno, a fronte di una fornitura di 7,8 milioni di kW, abbastanza per non far più pagare un solo centesimo ai Comuni limitrofi per l’elettricità pubblica.
Ma non finisce qui. Infatti i progetti futuri parlano di un’estensione dell’impianto, la quale porterà ad un Parco delle Energie Rinnovabili da un ulteriore milione di kW annui, a seguito della bonifica delle aree dismesse. Qui verranno installate pale eoliche e persino un mulino ad acqua. Una bella storia che ci insegna a cosa servono i finanziamenti statali per le rinnovabili, e ci fa capire quanto rischiamo di perdere se quei soldi, anziché andare a progetti simili, venissero investiti nell’inutile e dannoso nucleare.
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[Fonte: Corriere della Sera]
roberto borghezio 8 Settembre 2012 il 12:36 pm
ma come fai a dire che è bella? A me sembra una deturpazione della collina.
I pannelli fotovoltaici dovrebbero essere montati su parti di territorio già usato per abitazioni o industrie, praticamente su tutte le orribili periferie cittadine italiane che di bello non hanno nulla e quindi possono sopportare i pannelli su qualsiasi tetto.
L’idea di centrale fotovoltaica al posto di una centrale a carbone o nucleae o a gas è radicalmente sbagliata, offende il territorio non ancora urbanizzato, riduce la efficienza perchè aumenta la distanza tra consumatore e produttore, favorisce la speculazione di gruppi finanziari che vogliono lucrare sui generosi (fino ad ora) incentivi che il governo fornisce.