L’annosa questione “meglio un campo coltivato o un impianto fotovoltaico” ha trovato la sua soluzione. Il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha deciso che nei campi agricoli saranno proibiti gli impianti fotovoltaici. La proposta ha dei punti di forza e di debolezza, come tutto d’altra parte, ed in fin dei conti non sembra scontentare nessuno, anche se un testo concreto ancora non c’è.
Da un lato infatti accontenta gli oppositori all’energia solare che non vogliono distese di pannelli nelle campagne. Il Ministro infatti predilige l’agricoltura, specialmente in un periodo così negativo per l’economia, ed afferma che lì dove si possono coltivare pomodori, non possono essere installati pannelli. Ovviamente per pomodori si intende qualsiasi tipo di coltura. Però a questo punto si inserisce la solita abitudine tutta italiana del “fatta la legge, trovato l’inganno”.
Bisognerà infatti disciplinare bene la questione in quanto rimane da vedere quali sono i terreni in cui si potranno installare gli impianti. Insomma, chi decide che un terreno è coltivabile? Quali saranno i parametri da rispettare? Oggi infatti il costo dei prodotti della terra è crollato e molti coltivatori hanno trovato molto più remunerativo produrre energia elettrica piuttosto che creare cibo. Chi glielo dice che ora devono riconvertire tutto?
Dall’altra parte però il Ministro favorisce anche i sostenitori dell’energia solare perché affianca a questo provvedimento l’incentivo ad installare pannelli sugli edifici. Insomma, non è una battaglia contro l’energia, ma solo all’occupazione dei terreni agricoli.
A dir la verità una proposta simile era stata realizzata già dal Ministro Romani nel precedente Governo, ma non fu mai concretizzata. Ora Clini ha deciso di renderla attuabile.
Dobbiamo lavorare tutti insieme, governo e imprese per produrre un’energia a basso costo. Le rinnovabili devono essere accessibili a tutti. Bisogna investire su tecnologie flessibili, ricerca e sviluppo
ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente, certo è che bisogna anche creare le condizioni affinché coltivare la terra convenga, dato che i costi in particolare energetici sono arrivati alle stelle, come dimostrano le proteste dei forconi di questi giorni.
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