Sono oltre 155 i voli che nell’aeroporto di Pechino hanno subito cancellazioni o ritardi, 43 quelli soppressi. La causa è la coltre di smog che da questamattina ricopre la capitale cinese. La visibilità è ridotta a meno di 200 metri e l’aria irrespirabile. Nella tarda mattinataun forte vento si è alzato su Pechino e sembra che la nube di smog si stia diradando, ma i danni economici per l’aeroporto e quelli più gravi per l’ambiente e la salute delle persone, rimangono.
Le autorità cinesi rassicurano che la qualità dell’aria è buona e non ci sono rischi per la popolazione; l’ambasciata USA a Pechino parla invece di livello “pericoloso”. Come informano le fonti, le rilevazioni del ministero dell’Ambiente di Pechino hanno preso in esame la quantità di polveri sottili e di PM10 presenti nell’aria, mentre i dati raccolti dall’ambasciata americana si riferiscono ai livelli di PM2,5 particelle ancora più piccole che possono penetrare con minor facilità nelle vie respiratorie. Sta di fatto che la concentrazione di polveri sottili e di inquinamento a Pechino ha messo ko il secondo aeroporto più frequentato al mondo. Forse Cina, e anche Stati Uniti, dovrebbero rivedere le loro posizioni sulla tassa sulle emissioni di CO2 per le compagnie aeree che hanno rifiutato di sottoscrivere, alcune settimane fa. La firma del trattato per ridurre lo smog e i gas serra non sarebbe certo la soluzione per l’inquinamento in Cina, ma avrebbe limitato i danni e i livelli di smog. L’inquinamento cinese è causato non solamente dalle emissioni aeree, ma anche dal traffico e dalla quantità di vetture che ogni giorno circolano sulle strade di Pechino e delle province. Solo lo scorso anno sono stati acquistati oltre 240.000 veicoli, che vanno ad aggiungersi ai circa 5 milioni di vetture già in circolazione. Una politica a favore della mobilità sostenibile potrebbe essere un inizio per limitare i danni a lungo termine.
[Fonti: Ansa; La Repubblica]
[Photo Credit | Thinkstock]
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