Si torna a parlare di smog e di inquinamento e…quindi di Pechino. I livelli di PM10 e di particolato della capitale cinese sono sempre più elevati, a tal punto da mandare via i turisti di tutto il Mondo. Come riporta il quotidiano China Daily, il numero dei visitatori nell’estate del 2013 è diminuito del 14,3% rispetto al primo semestre dell’anno. Il motivo del calo delle presenze è dovuto all’inquinamento e questo si ripercuote sul turismo e sull’intera economia della Capitale.
Dai dati riportati dal quotidiano cinese è emerso che dal 2008 ad oggi il numero dei turisti che hanno visitato la città di Pechino sono stati 2,14 milioni, pochissimi rispetto alla quantità di curiosi e di visitatori degli anni passati. Il calo delle presenze potrebbe essere dovuto anche alla crisi economica globale, e alla mancanza di possibilità di affrontare un viaggio nel Paese del Sol Levante, ma tra i motivi principali vi è tuttavia l’inquinamento atmosferico.
Per far fronte all’inquinamento che chiaramente non è percepito solo dai turisti, ma dagli stessi abitanti che vivono in una città dall’aria irrespirabile e non possono bere l’acqua delle lore case perché non è potabile, la Cina ha chiesto aiuto all’Unione europea che ha risposto con investimenti e fondi per 233 miliardi di euro. Sono stati coinvolti più di 50 tra rappresentanti di industrie e associazioni europee per la svolta verde della Cina. Oltre a fornire prodotti sostenibili e tecnologia amica dell’ambiente, l’ambizioso progetto messo in piedi dalla Commissione guidata da Janez Potocnik punta ad una “civilizzazione ecologica” da parte della popolazione
In Cina sta crescendo la preoccupazione per l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e per i rifiuti, ed è chiaro che la nuova leadership cinese la sta ponendo fra le sue priorita. Che si parli di civilizzazione ecologica, come dicono qui, oppure di crescita verde, come la chiamiamo nell’Ue, il succo è lo stesso.
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