Finiti… i giorni in cui si poteva pensare di rientrare nei limiti di 50 microgrammi al metrocubo con le domeniche ecologiche. Domenica scorsa, quando Milano è rimasta ancora una volta a piedi, le centraline dell’ARPA Lombardia hanno registrato valori medi di PM10 addirittura triplicati.
E finito è anche il bonus dei 35 giorni all’anno di sforamento delle polveri sottili concesso dalle direttive europee 1999/30/Ec e 96/62/Ec recepite a livello nazionale con il decreto ministeriale 60 del 2 aprile 2002.
Sono trascorsi appena trentotto giorni dall’inizio del 2011 e 35 giorni il capoluogo lombardo li ha trascorsi con il PM10 sopra il limite. Ieri la centralina ubicata in via Senato ha sfiorato i 181 microgrammi. Non è andata meglio nelle altre due centraline: a Città Studi si è raggiunta quota 157 e al Verziere 176.
Ed ora ci si attende la risposta di Bruxelles che potrebbe intervenire con una procedura d’infrazione comunitaria.
Quello del 2011 è certamente uno degli inverni più inquinati vissuti da Milano da quando sono partite le rilevazioni. Si è fatto peggio solo nel 2002 e nel 2006, a considerare i dati dell’ultimo decennio, anni neri neri per lo smog milanese dal momento che i 35 giorni di sforamento erano giunti all’over ben prima del 7 febbraio.
Il vicesindaco di Milano nonché assessore al Traffico, Riccardo De Corato, è evidentemente sulle difensive quando spiega che la mal’aria non è certo una prerogativa milanese e ricorda che in Italia nel 2010 sono state 48 le città capoluogo che hanno sperperato il bonus:
Più che una cappa di smog su Milano c’è una cappa di strumentale allarmismo. Basti dire che nel 2010, secondo la classifica Mal’aria di Legambiente, ci sono state ben 48 città capoluogo in Italia che non hanno rispettato il limite massimo dei 35 giorni di sforamento in un anno. Tra queste Firenze, Bologna, Venezia, Reggio Emilia, Padova, oltre naturalmente a Torino (134 sforamenti, ben 47 in più di Milano) città più inquinata d’Italia e Napoli (95 giorni di sforamento). Ma siccome sono governate da giunte di centrosinistra è scesa una cappa di silenzio.
Insomma, l’aria del vicino è sempre più nera…
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