Forse sarebbe meglio che nevicasse sempre a Milano perché sembra che solo nei giorni di massimo gelo i rilevatori dello smog cittadino hanno registrato numeri sotto il livello di guardia. Ora che la neve ha cominciato a sciogliersi, piano piano il Pm10 e gli altri componenti stanno riprendendo a salire, il che fa attendere nuovi record di inquinamento. Nonostante i provvedimenti contro il traffico.
Uno degli obiettivi che il sindaco Pisapia si era proposto infatti è stato raggiunto: le auto si sono ridotte di un terzo all’interno della zona a pagamento, e contemporaneamente sono aumentati del 30% gli abbonamenti ai mezzi pubblici. Ma non è stato sufficiente. In parte è perché la gente ha comunque continuato a prendere l’auto, in parte per i riscaldamenti domestici ed in parte anche per la conformazione geografica della città che “attira” su di sé le polveri sottili, fatto sta che negli ultimi giorni i livelli di inquinamento hanno ripreso a salire.
Ciò che più spaventa è il Pm2,5, ancora più sottile, e quindi più pericoloso, del Pm10. Questo ha raggiunto livelli fino a tre volte superiori al normale, il che fa presagire maggiori pericoli per la salute dei cittadini, anche se hanno deciso di spostarsi con i mezzi pubblici o in bicicletta. I 35 giorni che l’Unione Europea concede per il superamento dei limiti sono già stati ampiamente superati, e siamo ancora a febbraio, il che significa che a breve cominceranno pure a fioccare le multe. Oltre al danno, la beffa.
L’unico aspetto positivo è che almeno le polveri sottili provocate dagli scarichi delle auto, individuate nel nerofumo e nanopolveri, sono diminuite dall’Area C in poi. La riduzione va dal 28% ai margini dell’area fino quasi alla metà (tra il 46 ed il 58%) nelle zone pedonali, segno che qualcosa sta cambiando, anche se molto molto lentamente.
[Fonte: Corriere della Sera]
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