Secondo una recente indagine dell’Iswa (International solid waste association) il 70% dei rifiuti solidi urbani prodotti in tutto il mondo finisce in discarica. Solamente il 19% viene riciclato attraverso il compostaggio o il trattamento meccanico; poco meno dell’11% viene trasformato in energia. Non meglio la situazione nel nostro Paese, dove i rifiuti finiscono in discarica fino all’80% nelle regioni del Sud.
Lo studio, presentato al Congresso mondiale dell’Iswa in corso a Firenze fino al 19 settembre 2012, rivela un quadro molto negativo di quella che è la gestione e la raccolta dei rifiuti in tutto il mondo. Secondo i dati raccolti ogni anno vengono prodotti circa 4 miliardi di tonnellate di rifiuti, tra i quali circa 2 miliardi di tonnellate sono rifiuti solidi urbani. Il giro d’affari per lo smaltimento dei rifiuti è di oltre 400 miliardi di dollari ogni anno, e la maggior parte dei rifiuti continua a finire in discarica. In Italia invece ogni anno vengono prodotti 32 milioni di tonnellate di rifiuti, dei quali poco più della metà finisce in discarica; ma in alcune regioni del Mezzogiorno, come Sicilia, Basilicata e Molise, i picchi arrivano fino all’80%. In Sicilia circa il 93% dei rifuti finisce in discarica e solamente il 28% viene sottoposto a trattamenti preliminari.
Grazie ad una applicazione messa a punto dall’Iswa sarà possibile conoscere in tempo reale la situazione dei rifiuti nel mondo, monitoranto su una mappa interattiva le quantità di rifiuti prodotti e seguire il funzionamento degli impianti di smaltimento. Il progetto, chiamato “Atlas”, vuole sensibilizzare i cittadini di tutto il mondo a prendere coscienza del problema rifiuti e a cercare di migliorare le politiche di raccolta, gestione e smaltimento della spazzatura. Altro obiettivo è quello di ridurre il numero delle discariche, ma come spiega David Newman, presidente dell’Iswa
Il messaggio è chiaro trasformare il 70% dei rifiuti avviati allo smaltimento in discarica in materia soggetta a recupero creerebbe milioni di nuovi posti di lavoro in un settore che già impiega 40 milioni di persone nel mondo. Attraverso l’attivazione di nuovi sistemi di raccolta differenziata, recupero e trasporto presso impianti dedicati, questo già significativo numero potrebbe facilmente raddoppiare.