L’Ispra divulga la versione provvisoria dell’inventario previsto dalla direttiva 2006/21/Ce, riguardante i rifiuti delle industrie estrattive: in Italia sono ben 622 i siti minerari pericolosi in stato di abbandono che determinano gravi danni all’ambiente o che li determineranno in un futuro prossimo. Diversi fra questi siti rappresentano anche una minaccia per la salute dei cittadini.
La direttiva 2006/21/Ce richiede una gestione ottimale dei rifiuti relativi alle industrie estrattive, nonché un inventario accurato dei siti pericolosi distribuiti sul territorio delle varie nazioni europee.L’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha divulgato la versione provvisoria dell’inventario realizzato per l’Italia e i dati emersi sono piuttosto preoccupanti. Si parla di 622 siti pericolosi nel complesso, di questi 108 sono considerati ad alto rischio, 207 a rischio medio alto e 307 a rischio medio.
Proprio la Sardegna, da diversi giorni al centro dell’attenzione dei media per la protesta dei minatori della Carbosulcis, detiene il record di siti minerari considerati pericolosi per l’ambiente: ben 209 i siti di tal genere mappati sull’isola. A seguire nella classifica delle regioni con maggiori siti minerari inquinanti e pericolosi troviamo la Lombardia con 108 siti, la Toscana con 80 siti e il Piemonte con 50 siti. Secondo quanto riportato dall’Ispra, le altre regioni d’Italia che presentano siti pericolosi sono il Trentino, il Lazio, la Liguria, la Sicilia, l’Abruzzo,il Veneto, la Valle d’Aosta, la Calabria, il Friuli Venezia Giulia, l’Emilia Romagna e il Molise.
Per citare le parole dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale i vari siti inventariati, cui dovranno essere applicati provvedimenti atti a gestirne il potenziale inquinante, sono strutture di deposito dei rifiuti di estrazioni chiuse o abbandonate. I siti inventariati sono quelli
che hanno gravi ripercussioni negative sull’ambiente o che, a breve o medio termine, possono rappresentare una grave minaccia per la salute umana o l’ambiente.
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