Sono 57, in Italia, i siti di interesse nazionale per le bonifiche (anche detti Sin). Le zone interessate arrivano a coprire il 3% del territorio italiano e per la metà sono dislocate in prossimità delle coste, dove le industrie, soprattutto tra gli anni 50 e gli anni 70, hanno inquinato selvaggiamente le aree. Queste zone da bonificare non sono tuttavia oggetto di grandi operazioni. Male quindi la situazione italiana nel complesso: piuttosto ferma e preoccupante.
In questi giorni la situazione di Taranto è tornata sotto gli occhi di tutti, con 17 km costieri considerati aree da bonificare, Taranto è uno dei tanti Sin italiani, ovvero uno delle tante zone industriali in cui per legge occorrerebbero serie operazioni di bonifica a causa dell’alto livello di inquinamento presente nel territorio. Purtroppo, tuttavia, molte di queste aree non sono state oggetto delle adeguate operazioni di bonifica, o lo sono state in passato mentre oggi non lo sono più, mantenendo livelli di inquinamento elevati. Chilometri e chilometri di territorio inutilizzabile, dislocato in tante aree presenti sul territorio italiano, da nord a sud. Quando si parla di Sin vi è inoltre un altro problema da considerare, quello dei rigassificatori, utilizzati con troppa poca prudenza in passato. È proprio contro questi impianti che punta il dito il WWF nel suo Dossier Coste:
Pur essendo vero che questi impianti solitamente sono previsti in aree industriali esistenti, bisogna dire che la loro realizzazione non contribuisce certo ad una riqualificazione di queste nei termini auspicati e auspicabili.
I rigassificatori in Italia occupano troppo spazio e sono dotati di una capacità di rigassificazione che sorpassa la quantità di gas importato. Ora che l’Ilva è nuovamente al centro delle discussioni ecologiche, economiche e sociali in Italia si torna a pensare, con ritardo, al problema generale dei siti di interesse nazionale per le bonifiche. Aree dove gli interventi di riqualificazione ambientale obbligatori, continuano a farsi attendere.
Photo Credits | mafe su Flickr
Lona 1 Marzo 2017 il 1:25 am
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