Lunedì 15 giugno a Roma si terrà il Sif, Sustainability International Forum, un congresso internazionale per discutere di sostenibilità tra chi ne capisce veramente qualcosa, e non tra politici che parlano e promettono, senza sapere di cosa si tratta. I partecipanti tra cui, giusto per citarne uno, vi sarà Jeremy Rifkin, presidente della fondazione Economic Trends, nonché uno dei più importanti economisti al mondo, saranno chiamati a discutere dei problemi mondiali della sostenibilità e le relative applicazioni sui principali settori dell’economia.
Dopodiché sul palco allestito a Palazzo Colonna si alterneranno industriali, rappresentanti delle istituzioni, associazioni ambientaliste locali, nazionali ed internazionali, fino anche alle organizzazioni non governative. Lo scopo principale è di far incontrare il mondo dell’ecologia con quello dell’industria, prima di tutto per stabilire che non si tratta di due campi separati, e poi per convergere insieme verso una soluzione al problema che affligge entrambi in questo periodo: il riscaldamento globale e la crisi economica.
Il programma prevederà una prima parte in cui verrà fornito un quadro completo della situazione e delle attività, a livello mondiale, della sostenibilità; dopodiché si mostreranno gli sforzi fatti da ognuno dei partecipanti e dalle istituzioni che rappresentano, si tenterà di collaborare per raggiungere l’obiettivo comune ed infine si cercherà di prendere provvedimenti comuni per arginare il problema ed uscirne più forti di prima.
I temi trattati sono quelli più in auge in questo momento: energia e produzione alimentare, per non lasciare indietro nessuno, con uno sguardo al mercato globale, ai media e alla finanza. Questa “maratona” si terrà nell’arco della sola giornata di lunedì, con inizio alle 9:00 e fine alle 19:00, e vedrà tra i suoi partecipanti i rappresentanti dei maggiori marchi internazionali (dalla Barilla alla Ciquita), delle agenzie finanziarie (Procter&Gamble, Mediolanum), rappresentanti delle istituzioni, come parlamentari, presidenti di regioni e sindaci, ed anche rappresentanti delle maggiori industrie energetiche, nella speranza che per una volta non si facciano la guerra l’un l’altro, ma collaborino per un obiettivo comune: il bene di tutti.