L’Eni non si ferma e continua a perseguire l’obiettivo petrolio in Sicilia. Nuovi progetti di trivellazione, tra pozzi esplorativi ed espansione di piattaforme petrolifere preesistenti, il colosso dell’Energia continua per la sua strada, senza che nessuno, dal governo sembra abbia molto da ridire.
L’Eni, come forse qualcuno ricorderà, ha rischiato di causare un disastro ambientale per il petrolio fuoriuscito da uno stabilimento e finito nelle acque vicino Gela. Ma il rischio di disastro ambientale non sembra impensierire più di tanto né i dirigenti Eni né chi potrebbe impedire loro di guidare la deriva petrolifera italiana.
Tra i nuovi progetti di trivellazione troviamo l’espansione della Vega A, piattaforma petrolifera off shore vicino Pozzallo, in provincia di Ragusa, per la quale, come ricorda Il Fatto Quotidiano, sei persone (3 ex dirigenti Edison) sono al momento processati per profitto illecito legato allo smaltimento illegale di rifiuti pericolosi. Dopo la Vega A, potrebbe arrivare la Vega B, a meno che la Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale non decida di mettere i bastoni tra le ruote all’Eni (cosa che non appare molto probabile).
Ricordiamo inoltre che è ancora “fresco” il progetto per il pozzo esplorativo di 700 metri “Vela 1” da realizzare al largo delle coste di Licata, vicino Agrigento. Anche qui si attende il parere della Commissione Valutazione Impatto Ambientale.
Inutile dire che tutto questo non piace a chi abita le coste meridionali della Sicilia (ormai una sorta di puntaspilli per l’Eni), né a tutti gli ambientalisti, siciliani e non. Sull’ultimo progetto qui citato, sono molto interessanti le considerazioni di Giorgia Monti, responsabile campagna Mare di Greenpeace, che ricorda che la stessa Eni fa sapere che “nelle serie stratigrafiche che il pozzo attraverserà sono presenti sovrappressioni” e che quindi
lo scenario del blowout e cioè un aumento di pressione nel pozzo, per capirci quello che è successo per la Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, non è escludibile. La fase di esplorazione è infatti la più pericolosa, non sai mai bene cosa puoi incontrare.
L’Eni smentisce tuttavia la possibilità di incidenti rilevanti. In tutto questo, a meno di sorprese, si va verso due nuovi via libera alla società energetica.
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