Inquinamento? Deforestazione? Mutamenti climatici? No, se dovessimo fare una classifica dei problemi più gravi per la Terra, in vetta ci sarebbe la sovrappopolazione. Siamo consapevoli del fatto che gli esseri umani hanno un impatto significativo sulle forniture di acqua, specialmente perché sul pianeta l’acqua dolce direttamente disponibile è molto più scarsa di quella salata.
Tuttavia, mai avremmo potuto immaginare che “pesiamo” quattro volte più dei cambiamenti climatici sulle riserve idriche. Una nuova relazione dimostra che abbiamo davvero bisogno di concentrarci molto di più sugli esseri umani che sul riscaldamento delle temperature, se vogliamo evitare i conflitti più importanti nel prossimo futuro.
Un gruppo di ricercatori in Finlandia e nei Paesi Bassi ha analizzato il mix di dati sulla crescita della popolazione, i dati climatici e le risorse idriche e ha scoperto che, nonostante il nostro clima globale stia cambiando a ritmi vertiginosi, il boom di popolazione ha un impatto molto maggiore sulle fonti idriche.
In questo studio, gli effetti dei cambiamenti della popolazione sulla carenza d’acqua sono circa quattro volte più importanti dei cambiamenti nella disponibilità di acqua a seguito dei cambiamenti climatici di lungo termine
hanno spiegato i ricercatori. L’Environmental Research Web spiega che, secondo lo studio, circa il 2% della popolazione mondiale soffriva della scarsità di acqua nel 1900. Un numero alto che è salito fino al 9% nel 1960 e al 35% nel 2005. La carenza d’acqua è peggiorata in proporzione alla crescita della popolazione, in linea con il nostro consumo, sempre più ampio, di beni e servizi a livello globale.
In Asia Orientale e in Nord Africa, oltre il 20% della popolazione possiede meno acqua del livello minimo rispetto all’anno 1900. In Medio Oriente questo punto non è stato raggiunto fino al 1960, e in Asia Meridionale poco dopo. In Asia Meridionale la tendenza è stata particolarmente preoccupante dato che oggi oltre il 90% della popolazione è sotto un certo livello di scarsità d’acqua
ha spiegato Matti Kummu della Aalto University, in Finlandia. I ricercatori ritengono che in alcune aree semplicemente non c’è acqua a sufficienza per sostenere la popolazione.
Di conseguenza, ci sarà una crescente necessità di misure non strutturali per puntare ad aumentare l’efficienza dell’uso dell’acqua, abbassando l’intensità del suo utilizzo, riformando la struttura economica dei paesi o regioni intere, e ottimizzando i flussi di acqua da regioni senza carenza a regioni con carenza.
Pensiamoci bene la prossima volta che, con le nostre attività, sprecheremo dell’acqua.
Fonte: [Treehugger]
Kala 1 Marzo 2017 il 2:05 am
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