L’era del nucleare sembra volgere al termine, ma siccome ancora sia le centrali nucleari che i depositi di scorie radioattive sono presenti in molte città del mondo, non è ancora il caso di abbassare la guardia di fronte a questo problema. Non bisogna infatti dimenticare che la radioattività delle scorie può durare centinaia o migliaia di anni, e dunque il pericolo che vadano ad inquinare le acque è molto alta. Per questo si stanno studiando diverse strategie per evitare eventuali disastri, e tra queste si inserisce l’ultima trovata della Queensland University of Technology, che ha inventato un metodo nuovo per rimuovere il materiale radioattivo dall’acqua contaminata.
Questa strategia può andar bene sia in caso di perdita accidentale che in caso di disastro nucleare come il recente incidente alla centrale di Fukushima. La tecnologia si basa su un “assorbente intelligente” formato da titanato di nanofibre e nanotubi, materiali tecnologicamente molto più avanzati rispetto agli assorbitori moderni che utilizzano argille stratificate e zeoliti. Secondo il prof. Huai-Yong Zhu che ha diretto la ricerca, un solo grammo di nanofibre può purificare una tonnellata d’acqua inquinata in più rispetto ai metodi moderni. Per questo si calcola che questa invenzione potrebbe arrivare a ripulire milioni di tonnellate di acqua contaminata da materiale radioattivo.
Ogni anno sentiamo parlare di almeno un incidente nucleare. Non solo vi è un rischio di contaminazione, dove c’entra un errore umano, ma c’è anche un rischio di disastri naturali come quello che abbiamo visto in Giappone quest’anno
ha spiegato Zhu che ha sviluppato questo strumento insieme all’Australian Nuclear Science and Technology Organisation (ANSTO) e all’Università della Pennsylvania. Ma come funziona questo oggetto miracoloso? Questo strato assorbente viene immerso nell’acqua inquinata e, con l’aggiunta di nanocristalli di ossido di argento in pratica attira gli ioni di iodio radioattivo. Dopodiché, quando lo strato assorbente è saturo, si può facilmente smaltire senza pericoli perché si tratta di strutture piccole e maneggiabili in sicurezza. Molto più delle alternative odierne come lo stoccaggio nelle miniere che è il metodo più pericoloso che ci possa essere.
[Fonte: Sciencedaily]