Lo scioglimento dei ghiacciai globali è realtà, e su questo nessuno si permette di dissentire. Ma il fatto che il ritmo sia inferiore, e di molto, alle stime degli ultimi anni, rischia di mettere in dubbio gran parte delle cosiddette teorie “catastrofiste” che si sono susseguite tra i vari scienziati del clima. Secondo diverse rilevazioni infatti, il riscaldamento globale avrebbe dovuto sciogliere i ghiacciai millenari nell’arco di pochi decenni, ma se questo scioglimento c’è, è comunque molto lento.
Per avere un’idea basti pensare all’Himalaya, una delle catene più a rischio e più pericolose visto che dai suoi ghiacciai dipendono diverse milioni di persone. Si credeva che negli ultimi 7 anni avesse perso tra le 47 e le 55 miliardi di tonnellate di acqua all’anno. Ora i ricercatori dell’Università del Colorado calcolano che si sono persi “solo” 4 miliardi di tonnelate d’acqua. Sempre tante, ma 10 volte in meno di quanto si calcolava in precedenza, e soprattutto molto meno in alcune zone della Cina e del Khirghizstan in cui la perdità è stata zero.
Un altro esempio deriva dalla totalità dei ghiacciai rilevati dal satellite GRACE che hanno perso la loro consistenza per il 30% in meno rispetto alle stime precedenti. Come si sottolinea nel rapporto pubblicato su Nature, una buona notizia per chi ha effettuato i calcoli errati però c’è: non si nega infatti il fenomeno dello scioglimento e quello ad esso collegato, cioè l’innalzamento del livello dei mari che si è rilevato in un inremento di 0,41 millimetri l’anno nel periodo 2003-2010.
Queste revisioni aprono nuovi scenari in quanto portano inevitabilmente a riformulare tutte quelle teorie che vedevano tra 20-40 anni la maggior parte dei ghiacciai mondiali disciolti ed una catastrofe a livello planetario. Non sappiamo se ciò sia possibile per una “reazione” naturale al riscaldamento globale o solo ad un errore nei calcoli, ma di certo oggi stiamo tutti più tranquilli, anche se rimane vietato abbassare la guardia.
Photo Credits | Thinkstock