Negli ultimi mesi si sono rincorsi gli allarmi da parte di vari istituti relativi allo scioglimento dei ghiacciai montani nel nostro paese. Arriva ora il progetto dell’Università di Milano (e non solo) per un nuovo catasto che possa utilizzare i dati raccolti negli ultimi anni diventando un nuovo punto di riferimento per l’analisi, la riflessione, lo studio e le proiezioni future relative al grave problema dello scioglimento dei ghiacciai montani nel nostro paese.
Il primo catasto italiano dei ghiacciai fu finito di redigere nel 1962, il secondo catasto fu invece ultimato nel 1989. Già tra il primo e il secondo lavoro di catalogazione 43 km2 di ghiaccio erano stati perduti in Italia. Naturalmente ora la situazione è cambiata, e il problema dello scioglimento dei ghiacciai è ancora più allarmante rispetto al passato per via del riscaldamento globale che si fa sentire in misura maggiore ogni anno che passa. Per questo l’Università degli studi di Milano in collaborazione con il Comitato Ev-K2-Cnr e il Comitato Glaciologico Italiano hanno lanciato il progetto per un nuovo catasto: uno strumento aggiornato di grande utilità e, dato che si parla sempre di oro blu, anche di importanza strategica per il monitoraggio delle risorse idriche d’Italia. Strumento di interesse non solo ambientale, quindi, ma anche economico.
Aspettiamo quindi lo sviluppo di questo nuovo catasto, mentre la preoccupazione generale, lo si sa bene fin da ora, non potrà che continuare a salire per lo scioglimento dei nostri ghiacciai, che oltre a ridursi in termini di superficie stanno anche perdendo il loro classico bianco candido, in favore di un meno candido grigio dovuto ai detriti non più trattenuti dal permafrost (lo strato di ghiaccio perenne). Nuovi strumenti per il monitoraggio sono necessari, buon lavoro quindi agli scienziati per la realizzazione di questo nuovo catasto dei ghiacciai italiani.
Photo Credits | Fiore S. Barbato su Flickr