Il ghiaccio dell’Artico si sta sciogliendo alla massima velocità possibile. Questo lo sapevamo già visto che ormai la sua consistenza cominciava a diventare sempre più sottile. Ma ciò che i fisici di Brema sono riusciti a calcolare ora è che mai, negli ultimi ottomila anni, la velocità di scioglimento è stata così rapida come negli ultimi 40 anni. E’ come se fosse una macchina in accelerazione che ha raggiunto il picco di velocità, e non scende al di sotto di esso da quattro decenni.
Le mappe satellitari rilasciate dagli studiosi dell’Università di Brema dimostrano che il periodo di scioglimento di quest’anno si è protratto per una ulteriore settimana rispetto alla stagione scorsa, portando il ghiaccio galleggiante dell’Artico ad occupare una superficie di 4,24 milioni di chilometri quadrati l’8 settembre scorso, contro il minimo storico del 17 settembre 2007 che era 4.27 milioni di kmq.
I ricercatori tedeschi hanno inoltre affermato che la fusione record ha senza dubbio origine antropica, cioè deriva dal riscaldamento globale causato dall’uomo:
Il ritiro del ghiaccio marino non può più essere spiegato con la variabilità naturale da un anno all’altro, causata da agenti atmosferici. Sembra chiaro che questa è una ulteriore conseguenza del riscaldamento globale dovuto all’uomo, con conseguenze globali. I modelli climatici mostrano che la riduzione è legata all’effetto albedo, particolarmente pronunciato nell’Artico. L’effetto albedo è legato al potere riflettente di una superficie (il ghiaccio marino bianco riflette il calore del sole nello spazio più del mare scuro, che assorbe il calore del sole e diventa più caldo)
ha affermato Georg Heygster, direttore dell’Istituto di Fisica Ambientale di Brema. Di solito, aggiungono gli scienziati, il ghiaccio marino artico segue un ciclo secondo il quale lo scioglimento naturale dovuto al normale susseguirsi delle stagioni è più o meno identico ogni anno. L’accelerazione registrata negli ultimi anni, che ha sconvolto l’intero ciclo, ha colpito i ricercatori che si sono potuti dire certi che questa non può essere attribuita a cause naturali, ma le accelerazioni sono state influenzate da fattori esterni. E l’unico fattore esterno credibile è il riscaldamento globale legato alle attività umane. Secondo i loro calcoli, dal 1972, la velocità di scioglimento è raddoppiata, con le temperature artiche che sono aumentate più del doppio rispetto alla media globale negli ultimi cinquant’anni.
Secondo l’ultima valutazione del gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC), se le tendenze attuali dovessero continuare, la gran parte dei ghiacciai marini artici rimarrà senza ghiaccio entro 30 anni, esattamente come 125.000 anni fa, al culmine dell’ultimo grande periodo interglaciale, conosciuto come l’Eemiano.
[Fonte: The Guardian]