Nel film The Day After Tomorrow, il mondo entra nella morsa di un nuovo periodo glaciale nel giro di poche settimane. Ora una nuova ricerca dimostra che questo scenario non può essere dopotutto così lontano dalla verità.
William Patterson, della University of Saskatchewan in Canada, e i suoi colleghi hanno dimostrato che fermare la circolazione della corrente del Nord Atlantico può forzare l’emisfero settentrionale ad entrare in una mini-era glaciale nel giro di pochi mesi. Un lavoro precedente ha indicato che questo processo potrebbe aver bisogno di decine di anni.
Circa 12.800 anni fa, l’emisfero Nord è stato colpito da una gelata, conosciuta dagli scienziati come il Dryas Recente, e soprannominato il “Big Freeze” (Grande Congelamento), che è durato circa 1.300 anni. Alcune prove geologiche mostrano che il Big Freeze è stato causato da un improvviso afflusso di acqua dolce, quando il Lago ghiacciato Agassiz nel Nord America ruppe gli argini e si riversò nel Nord Atlantico e nell’Oceano Artico. Questo impulso vasto, un volume d’acqua superiore a tutti i Grandi Laghi del Nord America, ha diluito la corrente del Nord Atlantico e l’ha portata ad una battuta d’arresto.
Senza l’influenza del riscaldamento, le lastre di ghiaccio sono cresciute e la civiltà umana è crollata. Prove precedenti dei carotaggi del ghiaccio della Groenlandia hanno indicato che questo improvviso cambiamento del clima si è verificato nel giro di un decennio o giù di lì. Mostrano ora i nuovi dati che il cambiamento è stato sorprendentemente brusco, e potrebbe svolgersi nel corso di pochi mesi o un anno, due al massimo.
Patterson e i suoi colleghi hanno creato la simulazione a più alta risoluzione del Big Freeze da un nucleo di fango prelevato da un antico lago, Lough Monreach, in Irlanda. Utilizzando un bisturi, alcuni strati sono stati tagliati dal centro, a soli 0,5 millimetri di spessore, che rappresentano un periodo da uno a tre mesi. Isotopi di carbonio in ogni fetta hanno rivelato come il lago sia stato produttivo, mentre gli isotopi dell’ossigeno danno un quadro della temperatura e delle precipitazioni. All’inizio del Big Freeze le temperature si sono dimostrate drasticamente ridotte e la produttività del lago si è fermata nel corso di pochi anni.
Nel frattempo, gli isotopi hanno mostrato che ci sono voluti circa due secoli finché il lago e il clima potessero tornare normali.
Ciò ha senso, perché ci sarebbe voluto del tempo per l’oceano e la circolazione atmosferica per “accendersi” di nuovo
dice Patterson. Guardando al futuro Patterson dice che non c’è ragione per cui un Big Freeze non dovrebbe riaccadere.
Se la calotta glaciale della Groenlandia si sciogliesse all’improvviso sarebbe catastrofico
ha concluso.
Fonte: [Sciencedaily]