Un’invenzione di cui si parla da tempo è stata finalmente collaudata. Il dr. Ville Kaajakari, assistente professore di ingegneria elettrica alla Louisiana Tech University, ha sviluppato una tecnologia che raccoglie l’energia da un piccolo generatore incorporato nella suola di una scarpa. La tecnologia innovativa di Kaajakari, sviluppata presso l’Istituto Louisiana Tech per Micromanufacturing (IFM), è basata su nuovi circuiti di regolazione della tensione che convertono in modo efficiente una carica piezoelettrica in tensione utilizzabile per caricare batterie o per alimentare direttamente i gadget elettronici.
Di questa tecnologia potrebbero beneficiare, per esempio, gli escursionisti che hanno bisogno di dispositivi di localizzazione di emergenza. Per un uso più generale, si può utilizzare per alimentare dispositivi portatili senza spreco si batterie
ha affermato Kaajakari. La tecnologia è stata resa pubblica da una pubblicazione su MEMS Investor Journal. I MEMS sono minuscoli dispositivi “intelligenti” che combinano i chip per computer con micro-componenti quali i sensori, gli ingranaggi, canali di flusso, specchi e attuatori.
Secondo l’articolo, la raccolta di energia è un modo interessante per alimentare i sensori MEMS e i dispositivi di localizzazione come il GPS. Tuttavia, l’energia delle tecnologie di raccolta spesso non sono in grado di garantire l’intera alimentazione, dato che molte delle applicazioni odierne richiedono livelli di potenza più elevati.
La svolta di Kaajakari utilizza un trasduttore di polimeri a basso costo che ha metallizzato superfici per il contatto elettrico. A differenza dei tradizionali trasduttori di ceramica, il generatore a base di polimeri è morbido e robusto, abbinando le proprietà delle otturazioni di una normale scarpa. Il trasduttore può dunque sostituire il normale ammortizzatore del tallone senza che l’utente si accorga di nulla.
Oltre a far funzionare i sensori e sistemi di navigazione inerziale, l’energia del generatore della scarpa di Kaajakari può essere utilizzata anche per alimentare i transponder e i ricevitori GPS. L’obiettivo ultimo, spiega il ricercatore, è di costruire un impianto che possa essere in grado di alimentare anche sistemi più complessi come i computer portatili e i cellulari. Ma per ora, accontentiamoci di questo.
Fonte: [Sciencedaily]
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