Ieri vi avevamo raccontato di uno scandalo che stava investendo la Gran Bretagna, e che riguardava la carne bovina che veniva “tagliata” con la carne di cavallo e di maiale, contravvvenendo a diverse leggi sulla sicurezza alimentare. Oggi si scopre che non solo alcune catene di supermercati britanniche e di fast food sono state truffate, ma anche una multinazionale come Findus, commercializzata anche in Italia, risulta tra le aziende coinvolte nello scandalo.
Per la precisione il prodotto sotto accusa sono le lasagne pronte congelate che teoricamente sarebbero dovute essere 100% di carne bovina. Anzi, qui la situazione è ancora peggiore perché mentre negli altri casi la carne di cavallo rappresentava solo una piccola percentuale del totale che andava a formare gli hamburger, è stato scoperto che circa un terzo dei pacchi di lasagne venduti in giro per l’Europa fosse al 100% di carne equina.
L’azienda ha dovuto ammettere il problema in via ufficiale ed ha indicato nel suo stabilimento lussemburghese il luogo dove è avvenuto questo scambio (il Lussemburgo è stato sin da subito al centro delle indagini ancor prima del coinvolgimento di Findus). La multinazionale esporta in 15 Paesi ed in una decina di catene di centri commerciali, e quindi è molto probabile che qualcuno di questi piatti sia finito anche sulle nostre tavole.
La domanda ora è: siamo sicuri che la Findus non sapesse assolutamente nulla? La Comigel, la holding che la controlla, nel 2010 ha aperto un laboratorio di analisi sui suoi prodotti, assumendo 200 persone. Può essere che nessuno si sia accorto di nulla? O lo scambio è stato fatto apposta? E perché non dichiararlo, commercializzando le lasagne con carne equina? Ad ogni modo le multe presto fioccheranno dato che, responsabilità diretta o indiretta, sulla confezione compare sempre il nome Findus.
Oggi peraltro il Guardian esce con uno scoop: una sua fonte vicina all’azienda ha rivelato che hanno subìto forti pressioni per abbattere i costi di produzione perché le vendite non andavano bene, e siccome non si potevano alzare i prezzi si è dovuto trovare un escamotage per ridurre i costi. Peccato che ora la reputazione di uno dei marchi più affermati a livello mondiale abbia subìto un duro colpo.
[Fonte: the Guardian]
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