Nel manifesto programmatico del Pdl, tra le sette missioni presenti, una menzione sull’energia nucleare c’era.
Si tratta di un problema enorme per il nostro paese: non possiamo continuare a dipendere solo dal petrolio, dobbiamo pensare a un mix che va dal nucleare alle rinnovabili.
Non siamo più ai tempi di Cernobyl. Dobbiamo collaborare con Francia e Inghilterra per l’ avanzamento del progetto sui reattori di quarta generazione e intanto partecipare alle centrali nucleari in paesi vicini al nostro e preparaci a costruire le nostre. La produzione del nucleare è destinata a sostituire petrolio e gas quando andranno a esaurirsi.
Da quel referendum abrogativo del 8-9 novembre del 1987, in cui il popolo italiano si pronunciò contro le centrali nucleari, sono trascorsi molti anni. Cosa è cambiato? Probabilmente la tragedia di Cernobyl appare ora anacronistica, non è più una motivazione sufficiente a bloccare lo sviluppo energetico del Paese in tal senso.
Ma dove impiantare le centrali, dal momento che in Italia è valido ancora il divieto del referendum del 1987? Per superare questo ostacolo si penserebbe a costruirle in Albania, per poi veicolare l’energia prodotta nel nostro Paese.
Intanto, il quesito fondamentale è se gli italiani accetteranno passivamente il ritorno al nucleare, ance se impiantato in Albania, e se coloro che votarono nel 1987 sono tutti morti… Probabilmente, in questo caso, la necessità e la fiducia nelle nuove tecnologie, cancelleranno ogni dubbio e faranno dimenticare ogni reticenza sul problema del nucleare. Staremo a vedere…
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