“Abbandonare il pacchetto dell’Unione Europea è irresponsabile e drammatico. La situazione ambientale del mondo non è migliorata in conseguenza della crisi finanziaria. Il pacchetto è fondato sulla convinzione che il mondo va incontro alla catastrofe se continua a produrre nelle stesse condizioni. Non vedo alcuna argomentazione che mi dica che il mondo va meglio dal punto di vista ambientale solo perché c’è la crisi economica”
Questa è stata la dura replica del Presidente francese Sarkozy alle obiezioni portate dal Governo italiano al pacchetto clima in discussione al Parlamento Europeo. Per ricapitolare la situazione, basta dire che Berlusconi aveva dichiarato di voler abbandonare le prospettive ecologiche che l’UE gli proponeva, perchè in questo momento di crisi preferiva favorire le industrie comunitarie piuttosto che investire sull’ambiente. Secondo i calcoli italiani il costo del progetto sarebbe stato dai 18 ai 25 miliardi di euro, secondo il Commissario Dimas la “bolletta” sarebbe di circa la metà, mentre per Legambiente il risparmio energetico che si attiverebbe seguendo queste direttive ammonterebbe a 7,6 milioni di euro, riducendo così la “perdita” per salvare il pianeta a soli 600 milioni di euro.
Insomma, uno dei due ci racconta delle cose non proprio corrispondenti al vero, e il sospetto di chi sia ci viene. Tra l’altro i fantomatici 9 Paesi dell’Unione alleati con Berlusconi si stanno convertendo, dato che facendo parte delle aree più svantaggiate, quelle dell’Est, potrebbero ricevere delle agevolazioni se firmassero l’intesa. I maggiori Paesi invece sono d’accordo con Sarkozy, e sono già pronti a mettere l’ecologia al primo posto nella loro agenda politica. Il Presidente francese ha rilanciato, facendo fare a Berlusconi (e di conseguenza all’Italia) l’ennesima figura poco edificante.
Alla minaccia di porre il veto sbandierata dal Presidente del Consiglio, Sarkozy ha risposto che non ci sarà nessun veto, perchè per far entrare in vigore l’accordo basterà una maggioranza qualificata (255 su 345) in Consiglio Ue, e i numeri gli danno ragione sin da ora. La politica italiana ha risposto ancora una volta in maniera cocciuta, attraverso il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, che ha dichiarato che l’Italia continuerà nella lotta contro il pacchetto 20-20-20. L’ultima parola si avrà la prossima settimana, quando il Ministro Prestigiacomo e la portavoce del Commissario Europeo Barbara Helfferich si incontreranno per verificare in maniera definitiva i costi e le linee guida da seguire.